ANCONA – A pochi mesi dall’approvazione del Piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pracc), continua l’impegno della giunta regionale per mettere a punto strategie e pianificare interventi che possano aiutare ad affrontare questi fenomeni.
Grazie al Pracc la Regione Marche è stata la prima in Italia a dotarsi di un documento in materia, dimostrando un forte interessamento nella lotta al cambiamento climatico e nella tutela del proprio territorio e della qualità della vita dei suoi cittadini.
Su questa linea si colloca la firma dell’Accordo quadro con le quattro università marchigiane, allo scopo di promuovere congiuntamente, sviluppare e consolidare opportunità e iniziative di collaborazione nel campo dell’adattamento ai cambiamenti climatici, riconducibili ai naturali ambiti di rispettiva competenza.
Il testo, già firmato digitalmente dall’assessore Stefano Aguzzi e dai quattro rettori, rispettivamente, Gian Luca Gregori dell’Università Politecnica delle Marche, Graziano Leoni, dell’Università di Camerino, John Mc Court dell’Università di Macerata, Giorgio Calcagnini dell’Università di Urbino, è stato siglato ufficialmente questa mattina, ad Ancona, nella sede dell’assessorato all’Ambiente.
Al tavolo erano presenti, oltre all’assessore Aguzzi e al rettore di Uniurb Calcagnini, il pro rettore dell’Univpm Marco D’Orazio, e i professori Emanuele Tondi per Unicam e Mara Cerquetti per Unimc.
«I cambiamenti climatici – ha affermato Aguzzi – rappresentano una sfida che necessita, per essere affrontata, di percorsi multisettoriali e condivisi. Il Piano regionale di adattamento ai cambiamenti climatici evidenzia la visione della Regione, individuata nella Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, e prevede, tra le altre azioni, il rafforzamento delle conoscenze e delle competenze scientifiche funzionali alle politiche di adattamento. I nostri quattro atenei portano avanti l’impegno di analisi e conoscenza nei diversi settori disciplinari inerenti ai cambiamenti climatici, per questo la loro collaborazione è molto utile e preziosa».
«Un lavoro che accomuna tutte le quattro università marchigiane è davvero significativo e non scontato», ha continuato Aguzzi. «Riunire le potenzialità dei nostri atenei attorno a un tema specifico quale quello dei cambiamenti climatici offrirà l’occasione per individuare indicazioni per la corretta gestione di questi fenomeni».
«Coinvolgere tutti gli atenei è molto apprezzabile – ha detto il rettore Calcagnini -. Ognuno ha competenze specifiche trasversali rispetto agli obiettivi che questo protocollo si propone; pertanto penso che ognuno di noi avrà le capacità e le possibilità di poter esprimere al meglio il proprio contributo su questo tema».
«Siamo molto lieti che sia stato avviato questo processo», ha dichiarato il pro rettore D’Orazio. «Affrontare il cambiamento climatico è particolarmente complesso sia in termini di mitigazione che di adattamento e richiede una concertazione tra diversi soggetti, per una migliore gestione del territorio, da una parte, e per sviluppare soluzioni, dall’altra, impiegando le proprie specifiche competenze».
«Credo che sia veramente una lodevole iniziativa – ha commentato il professor Tondi – perché occuparsi dell’adattamento ai cambiamenti climatici significa anche occuparsi dell’ambiente e questo è bellissimo anche in considerazione del fatto che è la prima volta che le quattro università marchigiane si occuperanno di ambiente dal punto di vista della ricerca».
«Questo è un accordo – ha evidenziato la professoressa Cerquetti – che si pone a conclusione di un percorso molto lungo ma per noi è anche un punto di inizio di collaborazione, di sinergia tra gli atenei. Il tema dell’adattamento al cambiamento climatico è talmente complesso che richiede anche un approccio integrato e il rapporto di diverse discipline. Quindi considero questa una grandissima opportunità per lavorare in sinergia su un tema così importante».
La collaborazione nel campo dell’adattamento ai cambiamenti climatici riguarderà: attività di ricerca; partecipazione congiunta a bandi e programmi di ricerca regionali, nazionali, europei e internazionali, con particolare attenzione ai Programmi Quadro della Commissione Europea; attività di consulenza tecnico-scientifiche; promozione di dottorati di ricerca congiunti; promozione di attività di diffusione di cultura scientifica e tecnologica sul territorio; partecipazione al Forum dello sviluppo sostenibile.
L’accordo ha durata di 5 anni a decorrere dalla data di stipula e potrà essere rinnovato sulla base di un accordo scritto approvato dagli organi competenti delle parti.