Strage di Corinaldo: l’ex latitante Andrea Cavallari estradato
Senigallia

Strage di Corinaldo: l’ex latitante Andrea Cavallari estradato domani

Il 26enne modenese sarà trasferito in un altro penitenziario, forse Rebibbia o Regina Coeli, poiché le indagini degli investigatori si concentrano sul carcere della Dozza da cui è evaso

CORINALDO – Sarà estradato domani 30 luglio Andrea Cavallari, il 26enne modenese condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo, fuggito il 3 luglio dal carcere della Dozza dove era rinchiuso approfittando del permesso per discutere la tesi di laurea e poi catturato il 17 luglio a Lloret de Mar, in Spagna, dopo due settimane di latitanza.

Sul carcere della Dozza di Bologna dove era recluso , per scontare la pena cui è stato condannato in via definitiva per aver fatto parte della banda dello spray che causò la morte di sei persone (cinque ragazzini e una mamma) alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo l’8 dicembre 2018, si stanno concentrando le indagini: si cercano i fiancheggiatori, poiché Cavallari potrebbe non aver fatto tutto da solo. Pertanto, una volta estradato in Italia, potrebbe essere rinchiuso in un altro penitenziario, o quello di Rebibbia o Regina Coeli, in attesa di conoscere la destinazione ufficiale dove continuare a scontare la pena.

Più che su di lui ora l’attenzione delle istituzioni è concentrata sulle modalità della fuga. Ha raggiunto Milano, Nizza, poi la Catalogna. Ha cambiato albergo di continuo. A Lloret de Mar, costa nord di Barcellona, Andrea Cavallari ha cercato di confondersi tra i turisti, aveva in tasca 800 euro in banconote false, una carta di credito ricaricabile usata per pagare alberghi, ristoranti e per fare shopping dopo aver superato il confine italiano. La Policia Nacional spagnola lo ha arrestato mentre lasciava un hotel. Non ha opposto resistenza. Gli investigatori vogliono capire la provenienza del denaro (l’ipotesi è che lo abbia accumulato dietro le sbarre con qualche attività illecita). Pertanto le indagini sono concentrate sul periodo della sua detenzione: compagni di cella, telefonate ricevute, visite. Parallelamente, sono in corso indagini bancarie sulla carta di credito ricaricabile che Cavallari aveva in tasca: non era sua, ma intestata a una donna, ed è stata proprio la carta a farlo localizzare a Barcellona il 13 luglio. La carta era stata attivata online di recente, aveva già una disponibilità economica ma nel corso delle ultime settimane vi erano stati indirizzati dei bonifici. Ecco perché il sospetto degli inquirenti è che Cavallari possa aver avuto dei complici che lo abbiano aiutato nella fuga fornendogli gli strumenti per svignarsela.