Moda In crisi, Bramucci: «Filiera in difficoltà, serve detassazione»
Ancona-Osimo

Moda in crisi, Bramucci: «Brusca frenata dei saldi estivi. Filiera in difficoltà, serve detassazione»

I saldi estivi nelle Marche hanno preso il via il 5 luglio e termineranno il 1° settembre, un appuntamento che però non sta registrando grandi consensi

«Dopo la fiammata a doppia cifra dei primi giorni dei saldi estivi, c’è stata una brusca frenata, con una diminuzione degli incassi». A tracciare il quadro di un periodo tutt’altro che semplice per la moda made in Marche è Giacomo Bramucci, presidente di Confcommercio Marche, componente della giunta di Federmoda Italia e vicepresidente dell’Azienda Speciale della Moda di Camera di Commercio delle Marche. I saldi estivi nelle Marche hanno preso il via il 5 luglio e termineranno il 1° settembre, un appuntamento che però non sta registrando grandi consensi.

«Nelle Marche – spiega Bramucci – la situazione è a macchia di leopardo: nelle città turistiche sta andando leggermente meglio, mentre nelle altre città si registrano maggiori difficoltà». Insomma, dai primi dati, il quadro che emerge è che ad acquistare non sono tanto i residenti quanto piuttosto «i turisti». A limitare lo shopping è il potere d’acquisto delle famiglie che negli ultimi anni si è sempre più eroso per vari fattori, come puntualizza Bramucci, sia per «una situazione geopolitica internazionale delicata e che non va miglorando» (conflitto in Ucraina e crisi in Medio Oriente), sia «per i dazi, che per gli stipendi rimasti invariati negli ultimi anni».

Giacomo Bramucci
Giacomo Bramucci

Il presidente di Confcommercio Marche evidenzia anche un altro elemento che pesa, ovvero la «tendenza degli italiani, e dei marchigiani, a non intaccare i risparmi: siamo un Paese con risorse enormi che se investite nell’economia reale darebbero una spinta ai consumi». Una situazione che si era già complicata con la pandemia e le fiammate inflattive e che è ulteriormente peggiorata con i conflitti internazionali che hanno spinto le imprese a cercare nuovi mercati in cui esportare moda di qualità come quella prodotta nelle Marche.

«Nella nostra regione lo stato di salute della moda non è molto buono, – prosegue – l’estate generalmente porta un po’ di entusiasmo ed i saldi restituiscono un po’ di linfa, ma certamente il 2025 sarà un anno molto complesso per il made in Marche (moda e calzature)». Bramucci evidenzia che la crisi non riguarda solo i produttori ma «tutta la filiera è in difficoltà, anche i negozi. Già il 2024 era stato un anno non brillante e il 2025 vede una ulteriore frenata». Anche se «è ancora presto per tracciare un bilancio sui saldi, ci aspettavamo di più».

Per cercare di risollevare la filiera ed evitare chiusure e perdita di occupazione «Federmnoda sta chiedendo sui tavoli nazionali e regionali degli interventi che salvaguardino il commercio di prossimità ed i centri storici. Servono politiche di sostegno – dice – abbiamo chiesto al Mimit di detassare gli acquisti moda di prodotti made in Italy e di prossimità per tutelare le attività dalle grandi piattaforme e dal fast fashion. Le Marche – conclude – in particolare sono una regione dove si produce moda di alta qualità, ma se i prodotti non trovano sbocco nei negozi si perde capitale creativo». Fra le richieste di Federmoda anche quella di detassare gli affitti dei negozi ubicati nei centri storici, i quali tengono vive le città.