Servizi sociali, da Alleanza Verdi Sinistra Senigallia critiche verso l'assessora Petetta
Senigallia

Servizi sociali, da Alleanza Verdi Sinistra Senigallia critiche verso l’assessora Petetta

«Nella precedente amministrazione erano destinati al sociale circa 150 euro pro-capite, ora poco più di 70 euro: ecco dov’è Cenerentola»

Cinzia Petetta
Cinzia Petetta (Foto Carlo Leone)

SENIGALLIA – Il sistema integrato dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni Le terre della marca senone, nato nel dicembre 2018 con l’obiettivo di garantire servizi più strutturati e un’equa distribuzione delle risorse sul territorio, sembra trovarsi oggi di fronte a un bivio politico. A sollevare dubbi sull’impegno dell’attuale amministrazione di Senigallia sono le opposizioni dopo alcune avventate dichiarazioni da parte dell’assessora ai servizi sociali Cinzia Petetta.

Approvato all’unanimità dai consigli comunali e sostenuto da dirigenti e operatori del settore, il modello integrato ha permesso, negli anni, di accedere con successo a fondi nazionali, regionali ed europei, altrimenti inaccessibili ai singoli comuni. La logica di base era chiara: aggregare per offrire servizi omogenei e di qualità, indipendentemente dalla dimensione del comune e, soprattutto, del colore politico del governo locale, regionale o nazionale.

La principale criticità, tuttavia, emerge ora sulla gestione di queste risorse e, in particolare, sul contributo dei singoli Comuni. «Fermo restando la libera scelta per l’entità delle risorse proprie che ogni singolo comune decide di destinare al sociale, l’obiettivo principale sta nell’erogare, anche attraverso un regolamento unico, servizi in modo equo ed uniforme in una data area territoriale. Senza discrezionalità», si legge in una nota di Alleanza Verdi Sinistra Senigallia, che si chiede: «È questo il punto critico?».

Secondo AVS Senigallia, l’attenzione è da spostarsi tutta sull’amministrazione comunale di Senigallia, guidata dal sindaco Olivetti, a cui «l’Unione dei Comuni non è mai piaciuta». Particolare scalpore ha destato la recente dichiarazione dell’assessora ai servizi alla persona, Petetta, Fratelli d’Italia, che ha definito i servizi sociali la «Cenerentola», una locuzione che, secondo gli osservatori, è come una «zappa sui piedi».

I numeri presentati da Alleanza Verdi Sinistra Senigallia sembrano rafforzare queste preoccupazioni. Mentre in passato Senigallia destinava ai servizi sociali più risorse proprie rispetto a città come Jesi e Fano, e pro-capite più di qualunque comune delle Marche (con circa 150 euro pro-capite nel periodo 2015-2020), la situazione attuale appare drasticamente diversa. Per il 2025, l’amministrazione ha previsto solo 2 milioni di euro per il sociale, con un possibile incremento di 500mila euro a luglio, a fronte di ben 3 milioni destinati al turismo. Un’inversione di priorità che porta la spesa pro-capite per il sociale a poco più di 70 euro.