Fiom Cgil fa il punto sul metalmeccanico provincia Ancona
Jesi-Fabriano

Chiaravalle: da Beko a Cnh, Fiom Cgil fa il punto sulla sofferenza del metalmeccanico in provincia d’Ancona

La fotografia è stata scattata oggi 30 maggio dalla Fiom Cgil di Ancona, nel corso dell’assemblea pubblica a Chiaravalle dove si è discusso anche dei referendum dell’8 e del 9 giugno

Lo stabilimento CNH Industrial di Jesi

CHIARAVALLE – Metalmeccanico in sofferenza nella provincia di Ancona: tante grandi aziende in crisi con lavoratori a rischio nel Fabrianese e nella Vallesina. La fotografia è stata scattata oggi 30 maggio dalla Fiom Cgil di Ancona, nel corso dell’assemblea pubblica a Chiaravalle dove si è discusso anche dei referendum dell’8 e del 9 giugno.

Tra le preoccupazioni, in prima fila, la Beko , circa 1000 dipendenti, dove si lavora una settimana al mese a pieno regime, nonostante l’accordo nazionale firmato e ancora non ci sono novità sul decreto sulla cassa integrazione che servirà ad accompagnare la ristrutturazione aziendale e quindi ad evitare i licenziamenti coatti. E poi l’Electrolux , 200 dipendenti, che sta lavorando da oltre un anno a regime di 6 ore al giorno con contratto di solidarietà nonostante siano state già effettuate delle uscite di personale. E ancora: l’Ampv, 80 dipendenti, azienda che produce bombole a Sassoferrato, con un futuro sempre più incerto.

Non meno preoccupante la situazione della Vallesina dove si contano le difficoltà della più grande e storica azienda del territorio, la Cnh trattori: gli 800 dipendenti lavorano neanche metà del mese e dove, a causa del calo di commesse, molti reparti sono tornati al turno centrale. Resta, inoltre, sempre la questione della Imr, ex Caterpillar, dove nei giorni scorsi è stata firmata una nuova cassa integrazione per i 100 operai interessati e dove ancora non ci sono certezze sul piano industriale che dovrà determinare la piena occupazione del sito.

Nel’ambito della discussione sul lavoro dignitoso e sicuro, si è infine parlato dei quesiti referendari e la Fiom ha condiviso e affermato la necessità di andare a votare i cinque si.