Pesaro

Urbino, incidente di caccia: uomo colpito dai pallini. Lac: «Gravissimo episodio»

L'episodio si è verificato nei pressi della Pieve di Santo Stefano di Gaifa. L'appello al sindaco di Urbino di vietare l'attività venatoria in quell'area. L'uomo è rimasto ferito non in maniera seria

ANCONA – «Per l’ennesima volta siamo costretti a commentare un gravissimo episodio legato alla caccia, che solo per puro caso non si è trasformato in tragedia, come purtroppo accade spesso nel corso della stagione venatoria». Il delegato regionale Lac (Lega per l’abolizione della caccia) Danilo Baldini interviene a gamba tesa dopo quanto accaduto domenica 18 ottobre a Pieve di Santo Stefano di Gaifa ad Urbino, dove una persona è stata colpita dai pallini di un cacciatore.

A raccontare i fatti è lo stesso Baldini che spiega così l’accaduto: «Due cacciatori sparando all’impazzata, mentre con i loro cani stavano inseguendo una lepre» sono «piombati» su un gruppo di persone «radunate di fronte la Pieve, alcune in attesa di visitare la chiesa con i volontari del Fai, altre invece pronte per partire per una escursione guidata nella zona».

«Il povero animale – racconta Baldini – si era diretto verso la folla antistante la chiesa sperando di sfuggire alle doppiette dei cacciatori, ma questi, senza curarsi del rischio di poter colpire le persone, non si sono fermati, ed hanno continuato a sparare in direzione della preda. Alcuni pallini hanno quindi colpito un uomo, ferendolo in modo per fortuna non grave, mentre le altre persone, terrorizzate dalla scena, hanno cominciato ad urlare, ed a scappare in ogni direzione, nel panico generale».

Un fatto che l’associazione animalista, insieme a Lupus In Fabula, definiscono «sconcertante» per aver coinvolto «gente inerme che stava trascorrendo una giornata in pace e serenità». Baldini battezza come «incomprensibile e profondamente ingiusto, a causa dell’emergenza sanitaria per la pandemia, limitare o impedire eventi e/o manifestazioni culturali o sportive e permettere invece una pratica violenta e pericolosa come la caccia, con la scusa che questa si svolge all’aperto o nei boschi, quando, come abbiamo visto, poi i cacciatori non rispettano le distanze di sparo dalle case, dagli edifici di culto e quindi dalle persone».

Il delegato sottolinea il fatto che la caccia rappresenta «una grave limitazione della libertà personale di chi non la pratica, è una minaccia alla incolumità pubblica, lede la sensibilità personale e la privacy, viola la proprietà privata, turba la quiete pubblica, inquina l’ambiente, altera l’ecosistema, stermina la fauna selvatica».

Le associazioni animaliste chiedono al sindaco di Urbino di emanare un’ordinanza di divieto di attività venatoria in tutta l’area circostante la Pieve di Santo Stefano di Gaifa, «come fece lo scorso anno il sindaco di Fermignano per l’area di Cà Paino» ricadente nel suo comune. Aree molto frequentate dai cittadini per le quali Lac e Lupus In Fabula auspicano una tutela per evitare il ripetersi di incidenti di questo tipo che potrebbero avere risvolti pericolosi.

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