FABRIANO – Un piano industriale choc con quasi 2mila esuberi tra operai, impiegati e dirigenti, chiusure e ridimensionamenti di stabilimenti, uno anche nelle Marche, a Comunanza. Previsti oltre 110 milioni di euro di investimenti. Le produzioni rimarranno in essere ed invariate fino alla fine del 2025, come espressamente dichiarato dai vertici della Beko Europe, newco controllata al 75% dai turchi di Arcelik e al 25% dagli americani di Whirlpool. «Non condividiamo e non possiamo accettare il piano presentato oggi dai vertici di Beko Europe. Faremo rispettare la golden power, che per noi significa tutelare l’occupazione», le parole del sottosegretario Fausta Bergamotto. «Non accetteremo conclusioni che non siano condivise con i sindacati, eserciteremo ogni tipo di azione possibile affinché la proprietà cambi strategia e, se necessario, ricorreremo anche all’azionista di riferimento per chiedere il rispetto degli interessi del nostro Paese», ha concluso. I sindacati sono sul piede di guerra e si annuncia un lungo periodo di agitazione, proteste e scioperi. Il tavolo è riconvocato per il giorno 10 dicembre alle ore 14.
Il Piano
«Attualmente, gli stabilimenti italiani operano al di sotto del 40% della capacità installata, oltre il 20% in meno rispetto al 2017 (anno in cui il mercato europeo registrava gli stessi volumi di vendita attuali), e generano perdite annue significative, nell’ordine di decine di milioni di Euro, da oltre sette anni. L’Italia rivestirà un ruolo centrale nella strategia globale di Beko per la categoria Cottura (Cooking). Saranno infatti qui localizzate le attività globali di Ricerca e Sviluppo (R&D) per il Cooking, il Centro Globale di Design Industriale e saranno rafforzati gli investimenti per la produzione di piani cottura, forni e microonde da incasso. Complessivamente, gli investimenti in nuovi prodotti e nell’innovazione dei processi produttivi, attraverso robotica, automazione della logistica interna e digitalizzazione, ammontano a oltre 110 milioni di Euro, contribuendo in maniera significativa alla centralità del Made in Italy», la premessa del Piano.
Le Marche
«A conferma dell’importanza della base produttiva del Cooking in Italia, è previsto che, presso gli stabilimenti di Melano a Fabriano e Cassinetta di Biandronno, siano localizzate produzioni di nuovi prodotti a marchio Beko, attualmente non presenti nel portafoglio prodotti globale con investimenti in automazione ed efficienza dei processi». Ma a Melano sono previsti 66 esuberi. «Con riferimento al lavaggio, il sito di Comunanza, nonostante i rilevanti investimenti ricevuti negli ultimi anni, è in condizioni critiche dal punto di vista della sostenibilità economica nel lungo periodo e della possibilità di mantenere in vita le attività con un livello sostenibile di produzione profittevole. Come per lo stabilimento di Siena, anche per quello di Comunanza saranno esplorati tutti i possibili percorsi per individuare partner che possano attuare un processo di reindustrializzazione, con l’obiettivo di favorire la riconversione delle attività produttive». Tradotto a rischio circa 320 posti di lavoro nell’ascolano.
Complessivamente, gli esuberi relativi alle unità produttive interessate di Cassinetta, Siena e Comunanza sono stimati in 1.151 unità. Infine, esuberi previsti anche per l’area impiegatizia che interessa anche Fabriano con gli uffici regionali e unità di Ricerca e Sviluppo. Gli esuberi complessivi nell’area impiegatizia e dirigenziale sono stimati in 678 unità, non quantificati ancora per il fabrianese. «L’azienda, consapevole dell’importante riflesso che il piano avrà sulla continuità operativa e occupazionale, si è impegnata, nell’ottica della più ampia collaborazione per l’individuazione di una soluzione che possa garantire un futuro alle aree interessate, a mantenere le produzioni attive e a continuare ad assorbire le significative perdite generate dagli stabilimenti di Siena, Comunanza e Cassinetta fino alla fine del 2025. Sempre nell’ottica di una collaborazione trasparente con tutti gli attori coinvolti, l’azienda è da subito disponibile ad avviare un tavolo al fine di approfondire il confronto con Governo e parti sociali per individuare le soluzioni più idonee a minimizzare le conseguenze che il piano potrà avere sull’occupazione», si conclude il Piano industriale respinto dal Mimit e dai sindacati di categoria.
I sindacati
«La multinazionale turca ha dichiarato la chiusura delle fabbriche di Comunanza, di Siena, il ridimensionamento della fabbrica di Cassinetta, della chiusura della ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati. Più in particolare il piano di Beko prevede le chiusure entro fine 2025 della fabbrica di congelatori di Siena e di quella di lavatrici di Comunanza, con la progressiva cessazione delle produzioni. A Cassinetta il piano prevede solo 3 linee produttive sulle attuali 5 di frigoriferi con 541 esuberi. A Melano gli esuberi sarebbero 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 sono nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali. Di fronte a ciò il Governo deve esercitare subito quella golden power che nei mesi scorsi si è vantato di avere inserito a protezione dei lavoratori nella fase di cessione di Whirlpool Emea a Beko e che non si comprende bene che funzione abbia in termini di deterrenza contro i licenziamenti. Ora è il momento di passare ai fatti, per scongiurare un piano socialmente brutale e il tentativo di saccheggio industriale operato da Beko. Come sindacato dichiariamo immediatamente lo stato di mobilitazione in tutti gli stabilimenti», concludono Fim, Fiom, Uilm, Uglm nazionali.