Vegetariani e vegani vs onnivori: quali differenze psicologiche?
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Vegetariani e vegani vs onnivori: quali differenze psicologiche?

La scelta di seguire una dieta vegetariana o vegana corrisponde a determinate caratteristiche di personalità. Ecco quali

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(Foto di Silvia da Pixabay)

È in costante crescita in tutto il mondo il numero di persone che scelgono di non alimentarsi con prodotti animali: in Italia il 7, 2 % della popolazione si dichiara vegetariano e il 2,3 % vegano (Eurispes, 2024).

Per dieta vegetariana si intende l’alimentazione che esclude carne e pesce e prodotti a base di carne e pesce. Non sono considerati vegetariani coloro che si limitano a ridurre il consumo di carne e pesce (flexitariani) e coloro che non consumano carne ma continuano a consumare il pesce.

Lucia Montesi
La psicoterapeuta Lucia Montesi

La dieta vegana oltre a non prevedere carne e pesce esclude anche i prodotti di derivazione animale come uova, latticini, miele. Il veganismo inizialmente era considerato una sottocategoria del vegetarianismo, poi nel tempo, con l’aumento del numero di vegani, ha acquisito una sua piena autonomia concettuale e ad oggi i vegani si considerano una categoria a sé.

Le motivazioni dietro la scelta vegetariana e vegana possono essere legate alla salute, alla religione di appartenenza (come nel caso dell’Induismo) o all’etica. I vegetariani etici sono coloro che scelgono di non cibarsi di animali per empatia verso la loro sofferenza e per rispetto della loro vita.

Il vegetarianismo e ancora di più il veganismo non si limitano ad essere una scelta alimentare, ma quasi sempre corrispondono a un più generale stile di vita, caratterizzato da un’attenzione verso tematiche globali come sostenibilità degli allevamenti intensivi, crisi climatica, distruzione degli habitat naturali. I vegani evitano i prodotti di derivazione animale anche nella scelta dell’abbigliamento e dei cosmetici, rifiutano ogni forma di sfruttamento animale osteggiando caccia, circhi, zoo, acquari.
Chi adotta la scelta “veg” per motivi etici ne è solitamente orgoglioso e fiero e ne fa un pilastro importante della propria identità: il modo di alimentarsi diventa quindi anche un modo per esprimere sé stessi e i propri ideali.

Diversi studi hanno indagato le caratteristiche psicologiche di vegetariani e vegani, confrontandoli con gli onnivori. La maggior parte delle ricerche ha accorpato insieme vegetariani e vegani.

Da una recente rassegna su 31 studi selezionati (S. Holler et al, 2021) emergono differenze significative tra vegetariani/vegani e onnivori riguardo a personalità, valori ed empatia. Vediamo alcuni dei risultati più rilevanti.
Rispetto agli onnivori, vegetariani e vegani:
– presentano livelli più bassi di insensibilità, indifferenza, arroganza, egocentrismo, pregiudizio e narcisismo.
– Risultano essere più assolutisti, più rigorosi, più aperti a nuove esperienze, più fiduciosi, più compassionevoli, più spirituali.
– Sono significativamente più nevrotici degli onnivori, hanno una minore autostima e un minore adattamento psicologico, maggiori stati d’animo negativi, minor soddisfazione nella vita quotidiana. D’altra parte, presentano una maggiore autostima morale rispetto agli onnivori.
– Riportano maggiormente tra i propri valori la giustizia sociale e l’equità, la pace e l’uguaglianza, l’altruismo. Sono piú preoccupati per i problemi del mondo e impegnati nell’agire concretamente per risolverli, anche nel proprio piccolo. Sono più interessati alla politica, più liberali, meno conservatori, meno legati ai valori tradizionali. Rifiutano maggiormente dominazione sociale, gerarchie sociali e violenza. Presentano più atteggiamenti pro-ambientali.
– Mostrano una maggiore preoccupazione empatica sia per gli esseri umani che per gli animali, attribuiscono maggiore importanza alle emozioni degli animali e ritengono gli animali capaci di provare emozioni complesse tipicamente umane. Se esposti a immagini di violenza su umani e animali, le loro aree cerebrali responsabili dell’empatia si attivano maggiormente rispetto a quanto accade negli onnivori.

La principale differenza con gli onnivori è che vegetariani e vegani non fanno distinzione tra animali da compagnia e animali tradizionalmente destinati all’ alimentazione umana, inoltre percepiscono l’animale come un individuo.

Di fronte al “paradosso della carne”, ovvero l’incongruenza per cui amano gli animali e provano simpatia per loro ma al tempo stesso se ne cibano, gli onnivori risolvono la dissonanza cognitiva distinguendo nettamente da un lato gli animali da compagnia e dall’altro quelli destinati a diventare cibo, a cui attribuiscono minori capacità mentali.

Gli onnivori tendono a oggettivare maggiormente gli animali e attribuirgli una minore coscienza, riescono a non provare compassione per l’animale che hanno nel piatto scindendo il cibo che consumano dall’idea dell’animale e vedendolo come una categoria di alimento piuttosto che come un singolo individuo. Quando la cronaca riporta notizie come “Mucca scappa dal macello”, gran parte dell’opinione pubblica solidarizza con l’animale invocando che ne venga risparmiata la vita, ma questo accade appunto solo quando si tratta di un singolo esemplare, di cui viene condivisa la storia peculiare, ovvero lo si individualizza. Per la massa indistinta degli altri milioni di animali macellati non scatta la stessa reazione emotiva.

I vegetariani e soprattutto i vegani sono spesso percepiti negativamente. L’astio nei loro confronti può derivare da atteggiamenti intransigenti e dal disprezzo che alcuni di loro mostrano verso gli onnivori, ma anche i “veg” più miti e pacifici disturbano perché propongono cambiamenti in conflitto con stili di vita da tempo consolidati e culturalmente determinati, mettendo in discussione lo status quo.

Suscitano sensi di colpa nell’ onnivoro, che di sente giudicato in modo critico, e toccano temi con una simbologia profonda e fortemente radicata culturalmente.  La carne ha infatti un forte valore simbolico, rappresenta da sempre forza, virilità, dominanza dell’uomo sulla natura.

Il peggior adattamento psicologico e la minore soddisfazione che vegetariani e vegani sperimentano rispetto agli onnivori possono essere il risultato dello stigma che subiscono come minoranza. La società in maggioranza onnivora si considera superiore alla minoranza “veg” e la giudica diversa e inaccettabile.

Vegetariani e vegani sperimentano spesso il rifiuto sociale, reagendo con il sentirsi a loro volta superiori, fino a risultare aggressivi, in un circolo vizioso per cui suscitano ancora più ostilità. La minor soddisfazione dipende anche dalla constatazione che le tematiche globali che stanno loro a cuore e in cui si impegnano vengono in larga parte ignorate o trascurate sia dai governanti che dalla popolazione.

Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta
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