Senigallia

Scia di polemiche a Senigallia dopo l’abbattimento della casa di Mario Giacomelli

L’associazione Amici del Musinf esprime sconcerto e chiede «la conservazione almeno dei materiali relativi alla camera oscura del Maestro». Il gruppo Fai locale interviene: «Azione sconsiderata, come per la sua storica tipografia»

La casa a Senigallia del maestro della fotografia italiana Mario Giacomelli
La casa a Senigallia del maestro della fotografia italiana Mario Giacomelli

SENIGALLIA – Non è passato inosservato l’abbattimento della casa del maestro della fotografia Mario Giacomelli. I lavori, già da qualche giorno hanno fatto scomparire per sempre quell’abitazione in cui il celebre artista, tra i principali esponenti della fotografia italiana del ‘900, mosse i primi passi e dopo le ruspe ecco le osservazioni di chi avrebbe preferito fosse musealizzata.

Dall’associazione Carlo Emanuele Bugatti/amici del Musinf è emerso il «profondo unanime sconcerto per le notizie dell’abbattimento della abitazione privata del Maestro Mario Giacomelli e con esso dei luoghi di elaborazione e stampa delle sue opere». L’associazione, pur «consapevole della legittima autonomia di gestione della privata proprietà», ha voluto rivolgersi all’amministrazione comunale perché si faccia tramite per «comprendere se esistono modalità di conservazione almeno dei materiali relativi alla camera oscura del Maestro». 

Sulla stessa linea anche il gruppo FAI Senigallia che ha «appreso con grande sconcerto e dolore che è stata abbattuta la casa di Mario Giacomelli. Azione sconsiderata nella “città della fotografia”, pari allo smantellamento della sua storica tipografia, subito dopo la sua morte». È «urgente una legge regionale – suggeriscono – che favorisca la tutela e l’apertura al pubblico delle case e degli studi delle preminenti personalità del nostro territorio. Si potrà così far conoscere questo patrimonio, dove la cultura ha la forma di casa e i suoi illustri abitanti ci parlano ancora attraverso le stanze, le opere, gli effetti personali e di lavoro conservati». Da qui pressante richiesta da parte del gruppo FAI di Senigallia di aprire un «museo dedicato a Mario Giacomelli degno di ospitare le sue opere e tutte quelle già conservate nel Musinf».

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