Ancona-Osimo

Caro bollette e sanzioni, la sottosegretaria Guerra: «Se noi divisi, Russia gioca al gatto col topo»

Pd in piazza ad Ancona, presente anche Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al Ministero dell’Economia e Finanze

Da sinistra Motesi, Guerra e Bentivogli

ANCONA – Il Pd in piazza ad Ancona contro il caro bollette. L’iniziativa, lanciata dai dem in 1.000 piazze italiane si è svolta ieri 4 settembre ad Ancona, alla presenza di Massimo Montesi (segretario regionale Articolo Uno), Boris Rapa segretario regionale PSI Marche), Jacopo Falà (segretario provinciale PD Ancona) Marco Bentivogli (candidato al Senato nel collegio Marche Nord Ancona, Pesaro e Urbino) e Maria Cecilia Guerra (sottosegretario al Ministero dell’Economia e Finanze).

«Dobbiamo salvare il paese da questa destra pericolosa – ha setto Massimo Montesi – e ridare una speranza all’Italia per riprogettare il futuro del paese su più piani fondamentali». Jacopo Falà ha sottolineato l’impegno elettorale del Pd della provincia di Ancona «straordinario ed intenso in tutta la provincia» con una grande mobilitazione che sta coinvolgendo militanti, dirigenti, amministratori e simpatizzanti, i segretari regionali dei due partiti che insieme al Pd costituiscono la lista “Pd Italia democratica e progressista”.

Boris Rapa e Massimo Montesi, hanno ribadito l’appello affinché tutte le forze democratiche e progressiste delle Marche possano impegnarsi fino in fondo, fino al 25 settembre per far vincere il centrosinistra, una vittoria che segnerebbe «un avviso di sfratto anche verso la Giunta Regionale Acquaroli» il cui bilancio, secondo i due esponenti politici «è davvero deludente».

Marco Bentivogli, candidato in corsa per le politiche nella coalizione di centrosinistra per il Senato (collegio uninominale Ancona Pesaro), ha ribadito che «chi ha fatto cadere il governo Draghi si è assunto una grave responsabilità come dimostra anche ciò che sta accadendo in questi giorni con il “caro bollette”. L’autunno sarà drammatico e chi ha fatto cadere il governo è già nel panico e purtroppo pagano gli italiani». 

«Giorgia Meloni proprio qui in Ancona – ha aggiunto –  é stata colta da amnesia qualche giorno fa nella piazza di Ancona quando proclamava che occorre estrarre il gas dal mare che non usiamo per colpa del no a tutto, quando lei e il suo partito sostennero per primi il No alle trivelle nel referendum del 2016. Sto incontrando in questi giorni molti imprenditori ed è evidente che alle 6.000 imprese marchigiane a rischio di chiusura e ai 18.500 lavoratori occorre un intervento subito finalizzato a proteggere famiglie e imprese dall’attuale fase di alti prezzi e a ripristinare normalità e sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Subito va adottato a livello europeo un tetto al prezzo del gas, e al contempo promuovere le energie rinnovabili e le comunità energetiche».

«Detto questo – spiega Bentivogli -, il bilancio del centro destra delle Marche è molto deludente ed infatti molti di loro (4 assessori su 6) stanno scappando a Roma, dopo aver chiesto solo due anni fa il voto popolare per governare la nostra regione. Il Presidente Acquaroli è al terzultimo posto, come gradimento tra tutti i presidenti di regione.  Comunque vada, io resterò al fianco delle persone, con il mio impegno che non finità il giorno delle elezioni. Ho scelto di farlo come indipendente nella coalizione di centro sinistra e con tante reti civiche che si stanno attivando a sostegno della mia candidatura per far vincere le nostre idee e i nostri valori».

La sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha sottolineato l’importanza di tenere insieme interventi di breve periodo a sostegno delle famiglie, specie di quelle più povere, e delle imprese, specie di quelle che piu soffrono dell’aumento dei costi energetici, con quelle di lungo periodo di abbandono delle fonti fossili a favore di quelle rinnovabili. Secondo Guerra è importante introdurre un tetto al prezzo del gas a livello europeo.

«Se marciamo divisi – ha concluso la sottosegretaria Guerra – la Russia gioca con noi come il gatto col topo: taglia le forniture e fa aumentare i prezzi, senza subire perdite. Per questo è assurdo che un partito come la Lega si pronunci contro le sanzioni rompendo un fronte, quello europeo, che mai come ora deve agire unito».

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