Ancona-Osimo

Boom di infortuni sul lavoro. Barbaresi (Cgil): «Investire in sicurezza e prevenzione»

Nelle Marche nei primi 5 mesi del 2019 sono stati denunciati 7766 infortuni sul lavoro, 64 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Nove quelli mortali. Una situazione preoccupante sulla quale lancia l'allarme Cgil, dopo l'ennesimo episodio avvenuto ad Ancona

Operaio metalmeccanico

ANCONA – «Occorre investire in sicurezza e prevenzione, perché gli infortuni nelle Marche continuano a crescere». Così il segretario generale della Cgil Marche Daniela Barbaresi, interviene dopo l’ennesimo infortunio sul lavoro.

Intorno alle 13 di ieri, 2 luglio, un operaio si è ustionato mentre maneggiava una bombola di ossigeno. Il 10 giugno, alla banchina 23, aveva perso la vita Luca Rizzeri di 34 anni, colpito da una cima che si era spezzata improvvisamente durante una manovra di attracco. Quattro giorni dopo, un operaio al porto, era caduto da un ponte di una imbarcazione in costruzione mentre il 27 giugno sempre ad Ancona un operaio albanese 33enne era caduto da un cornicione all’interno di Palazzo degli Anziani facendo un volo di 10 metri.

Un problema sempre più pressante, quello della sicurezza sul lavorano, come mostrano gli ultimi dati Inail. Nelle Marche nei primi 5 mesi del 2019 (da gennaio a maggio 2019) sono stati denunciati 7766 infortuni sul lavoro, 64 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Di questi 6764 si sono verificati durante il lavoro (nei primi mesi del 2018 erano stati 6655) gli altri sono avvenuti invece durante trasferimenti di lavoro. Nove sono risultati mortali, 2 in più rispetto al 2018, 4 dei quali sono avvenuti in provincia di Ancona, dove nello stesso periodo del 2018 non si erano registrate morti sul lavoro.

Nella fotografia scattata dall’Inail, la provincia di Ancona è la più colpita: qui sono stati denunciati 2812 infortuni sul lavoro, mentre nel 2018 erano stati 2675, ben 137 in più.

Daniela Barbaresi, segretario regionale Cgil
Daniela Barbaresi, segretario regionale Cgil

«Abbiamo un mondo del lavoro sempre più frantumato e precario, con ritmi in crescita e questo influisce negativamente  causando un peggioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro – osserva Daniela Barbaresi – e una crescita degli infortuni specie tra i più giovani. Imprese e istituzioni devono investire in sicurezza e prevenzione, oltre che sulla qualità del lavoro. Servono più controlli e più vigilanza. Nelle Marche si investe poco in prevenzione e le unità di personale sono insufficienti. Assieme a Cisl e Uil, abbiamo già sollecitato la Regione su questo tema – prosegue la segretaria della Cgil -, anche in vista della ricostruzione che vedrà uno dei più grandi cantieri d’Europa aprirsi proprio nelle Marche. Un contesto straordinario che richiederà un’organizzazione straordinaria, più risorse umane, più ispezioni. Ma serve anche investire nei lavoratori e sulla loro formazione alla sicurezza».

Una questione che Cgil ha posto sul tavolo di lavoro della Regione in occasione della discussione della piattaforma sanitaria. «Ci stiamo muovendo da alcuni mesi per sollecitare a vari livelli la sicurezza del lavoro in Regione – spiega il segretario della Cgil Ancona, Marco Bastianelli -. Abbiamo già chiesto un incontro in Prefettura per avanzare la richiesta di maggior controllo, educazione e crescita culturale su quest tema. Dopo l’incidente avvenuto al porto dove ha perso la vita Rizzeri abbiamo chiesto all’Autorità Portuale di istituire un Osservatorio permanente come luogo di confronto e buone pratiche. Alla Regione chiediamo di investire più risorse, anche umane, nella medicina del lavoro, e chiediamo un ruolo più incisivo di Itl (direzione del lavoro) e Inail, più controlli e prevenzione, affinché ognuno faccia la propria parte. Il calendario evidenzia infatti date sempre più ravvicinate tra un infortunio e l’altro. La crescita del lavoro è positiva, ma serve anche una crescita culturale dal punto di vista della sicurezza».

 

 

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