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Pallavolo, ecco la nuova vita di Ivan Zaytzev

Ha dato l’addio alla Cucine Lube uno dei giocatori più iconici della pallavolo maschile e in contemporanea passa al beach volley

Zaytzev si congeda dalla Cucine Lube

CIVITANOVA – Che l’avventura fosse finita era chiaro già da un po’ perché in un progetto votato a dare spazio ad una nuova generazione non ci poteva essere più spazio per uno come Ivan Zaytzev. Si aspettava l’ufficialità che alla fine è arrivata e che rappresenta un altro addio suggestivo in casa Cucine Lube Civitanova. Si chiude il secondo ciclo in biancorosso di uno dei giocatori più iconici della pallavolo italiana e internazionale. 

Ivan Zaytsev, che già nel primo biennio da cuciniero aveva alzato al cielo la Supercoppa (2012) e lo Scudetto (2014), lascia la Lube al termine del successivo triennio, forte di un altro titolo italiano di SuperLega Credem Banca (2022) con gli argenti in Supercoppa (2022 e 2023) e uno Scudetto sfumato in Gara 5 della Finale Play Off a Trento (2023). Tra gli atleti più apprezzati trasversalmente dai tifosi italiani e stranieri anche fuori dal campo per la sua innata empatia, lo Zar ha espresso la gratitudine all’ambiente Lube senza lesinare emozioni.

«Ho trascorso cinque stagioni strepitose alla Cucine Lube Civitanova, vincendo in entrambi i cicli», ricorda Ivan Zaytsev, riportato in Italia e alla Lube dal DG Cormio. «Sono arrivato come una scommessa, un giovane seguito con attenzione che veniva dalla A2, ma che aveva già cambiato più volte pelle e combatteva per trovare la sua identità al di fuori dell’ombra di suo papà. Quando ho vestito per la prima volta la maglia biancorossa ero circondato da campioni affermati che mi hanno accolto immediatamente, ma non volevo certo sfigurare. Dopo successi di prestigio e sconfitte cocenti sono diventato uomo nelle Marche, mi sono sposato e ho ‘messo in cantiere’ Sasha. La mia vita da grande è iniziata proprio qui. Dopo tanti altri cambiamenti, paesi, squadre e ruoli, sono tornato, ma avevo un po’ paura di rovinare quel ricordo indelebile gelosamente custodito in me. Nonostante l’infortunio e la mia prima operazione mi sono rialzato grazie a una squadra piena di campionissimi vincendo qui il mio terzo Scudetto nel volley. Sarebbe troppo facile dire che mi porto via solo questi ricordi, quelli che hanno il sapore della vittoria, perché per stare in questo Club ci vuole anche altro, è una mentalità che devi avere, una fame insaziabile, una voglia incessante di perfezionarsi. Tutto questo ti deve scorrere nelle vene, così come il sangue biancorosso. Un ringraziamento particolare devo farlo ai miei compagni di squadra, allo staff tecnico, a medici, fisioterapisti e tutte quelle persone che instancabilmente e più nell’ombra lavorano per mantenere in alto la società sotto tutti gli aspetti».

Il rapporto speciale con la tifoseria non è mai mancato. «Spero di aver lasciato nei nostri tifosi un pezzetto di me, di averli resi orgogliosi e felici di aver fatto questo tragitto insieme come lo sono io ora nel dirvi grazie! Per me è stato un grande onore vestire questa casacca e sarò sempre riconoscente alla proprietà per avermi dato questa possibilità, ben due volte! Non voglio emozionarmi troppo, quindi non dico altro, ma saluto tutti. Non perdiamoci di vista, sappiate che per me sarà sempre bello pensare e gridare le parole Forza Lube!».

A poche ore di distanze dall’annuncio dell’addio è arrivato l’annuncio del passaggio al beach volley per giocare in coppia con Daniele Lupo dalla sede della Fipav. «Avere Ivan e Marco Solustri come coach è un onore grandissimo, abbiamo tanta ambizione – ha aggiunto – È vero che è una prova, ma ci siamo messi in testa di competere ai massimi livelli internazionali». 

Il primo appuntamento sarà a Caorle per la prima tappa del campionato italiano, «poi abbiamo chiesto alla federazione una wild card per l’europeo in Olanda di agosto». «Per ora non ho lasciato l’indoor ma non ho ancora deciso dove andrò giocare – ha precisato – e sto valutando tra Italia ed estero. Gli obiettivi devono essere step by step, poi è chiaro che la parola “Olimpiade” o “Los Angeles 2028” aleggia nell’aria. Ma siamo partiti ora, siamo ancora un cantiere a cielo aperto».

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