Referendum, il Partito Democratico di Senigallia accusa il centrodestra: «Paura della democrazia»
Senigallia

Referendum, il Partito Democratico di Senigallia accusa il centrodestra: «Paura della democrazia»

Sulla spiaggia di velluto hanno votato in 13mila, il 38% degli aventi diritto, sopra la media nazionale. Da qui riparte la proposta politica dei Dem

SENIGALLIA – Sui referendum appena conclusi, il dato è chiaro e ne prende atto il Partito Democratico di Senigallia. I quesiti promossi da CGIL, +Europa e sostenuti dalle opposizioni, «non hanno raggiunto il quorum. L’affluenza si è fermata al 30%: ben lontana dalla soglia del 50% più uno necessaria a rendere valido il voto. Prendiamo atto che il referendum è stato perso». 

Che fosse una missione quasi impossibile era chiaro ma l’invito all’astensione delle forze di centrodestra, che sono anche maggioranza in Regione e nel Comune, ha di certo reso ancora più complicata la situazione. Lo aveva fatto anche Renzi nel 2016 con il referendum sulle trivelle, quindi non è di certo un atteggiamento sconosciuto al centrosinistra che però oggi arriva a criticare duramente chi ha avuto un atteggiamento legittimo pur se condivisibile fino a un certo punto.

«Riconosciamo nella destra al governo il solito atteggiamento di chi fugge e si nasconde nelle situazioni ritenute difficili – spiegano dal PD senigalliese – «sostenere l’astensione significa proprio questo e compiacersi della bassa partecipazione significa fuggire le regole democratiche, evitare il confronto e aver paura della democrazia».

Il risultato però nella cittadina turistica di Senigallia non è da sottovalutare. I cinque quesiti referendari hanno “spostato” dalla spiaggia di velluto e portato alle urne il 38% dei cittadini e delle cittadine aventi diritto al voto, più di 13 mila persone. E da qui parte la considerazione dei Dem che vedono vitalità ancora nel centrosinistra. «Malgrado le sollecitazioni al non voto della destra la partecipazione nella nostra città è stata di gran lunga superiore a quella media nazionale. Sono dati importanti che dimostrano una ritrovata relazione con il nostro popolo, che va rafforzata attraverso alleanze sempre più strette con il mondo del lavoro, con i movimenti, con l’associazionismo, con le persone che vivono problemi reali e che hanno bisogno di risposte».

Se l’esito dei referendum è ormai riconosciuto da tutti, di certo la proposta non termina qui: «Continueremo a promuovere e a disegnare proposte per i diritti dei lavoratori, per il loro salario, per la loro sicurezza e per la loro stabilità perché senza le certezze di un lavoro stabile e giustamente retribuito non può esserci giustizia sociale. Soprattutto in una città come Senigallia dove indagini periodiche confermano la diffusione del lavoro nero e sottopagato stagionale. E continueremo – concludono dal PD – a chiedere il riconoscimento dei diritti dei nostri vicini, considerati ancora stranieri, che lavorano, pagano le tasse, parlano italiano ma che ancora vedono troppo lontana la prospettiva della piena cittadinanza».