Femminicidio Ripaberarda, chiuse le indagini
Ascoli Piceno-Fermo

Femminicidio Ripaberarda, chiuse le indagini: Emanuela torturata e poi uccisa

La donna, da quasi un anno, era vittima delle violenze perpetrate dal marito 48enne sambenedettese anche davanti ai figli

Femminicidio di Ripaberarda, la casa dell'accaduto
Femminicidio di Ripaberarda, la casa dell'accaduto

ASCOLI – Torturata per dieci giorni prima dell’omicidio. E’ quanto subito da Emanuela Massicci, la mamma 45enne uccisa il 19 dicembre scorso a Ripaberarda dal marito Massimo Malavolta. La donna, da quasi un anno, era vittima delle violenze perpetrate dal 48enne sambenedettese anche davanti ai figli. E’ quanto si legge nell’avviso della chiusura delle indagini della Procura di Ascoli Piceno guidata dal dottor Umberto Monti.

La ricostruzione

Le ipotesi di reato formulate nei confronti di Massimo Malavolta vanno dai maltrattamenti alle lesioni plurime, dalla tortura fino all’omicidio pluriaggravato. Secondo l’accusa già da gennaio 2024 Malavolta aggrediva la moglie. Anche davanti ai bambini e lo faceva per futili motivi. Con crudeltà e nell’ultimo periodo approfittando anche di una situazione di minorata difesa della moglie. Quest’ultima era resa ormai incapace di difendersi o di chiedere aiuto. Manuela era tenuta segregata in casa senza potersi muovere autonomamente. In sede di autopsia e dai successivi riscontri medico legali, sono state riscontrate sul corpo della vittima lesioni in diversi punti del corpo e tra le parti intime. La 45enne secondo la procura è stata torturata negli ultimi dieci giorni di vita. Quindi uccisa al culmine di tutta una serie di sevizie subite. Per Massimo Malavolta, rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto, il processo si fa sempre più vicino.