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Ancona, l’Ordine degli Architetti chiede un confronto sul Piano regolatore del porto

La presidente Caravaggi Vivian: «Il porto è identitario per Ancona e le professioni tecniche non possono essere escluse dal confronto»

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Porto di Ancona - Foto di Miglena Neukirch da Pixabay

ANCONA – «Si sta decidendo il futuro di una parte fondamentale della città di Ancona come il porto, elemento identitario e, come il progetto di Vanvitelli trasformò Ancona tre secoli fa, così questo nuovo Piano Regolatore è destinato a scrivere una nuova pagina di storia. Per questo riteniamo che gli Architetti (ma in generale tutte le professioni tecniche) debbano essere coinvolti in questo percorso». Tono deciso per Viviana Caravaggi Vivian, la presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Ancona, che non ci sta a veder passare idee e progetti senza poter dare un contributo di valorizzazione «ma anche di tutela del valore identitario di un porto che – ricorda – come è ad esempio per la città di Genova ed altre realtà europee, è baricentrico, e noi vogliamo assolutamente essere coinvolti e mettere a disposizione competenze e visioni».

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Il nuovo Piano Regolatore è già stato inviato al Ministero dell’Ambiente.

Il confronto interno agli Architetti è già cominciato con un tavolo tecnico avviato un mese fa che ha rappresentato un primo momento di confronto aperto e partecipato sul tema, promuovendo un percorso incentrato su concetti di sostenibilità. “Si è trattato – ricorda – di un primo laboratorio al quale ne seguirà presto un secondo, per confrontarci sulla vita urbana sull’acqua considerando il porto come il nodo cruciale per lo sviluppo urbano, economico e culturale della città e del suo territorio”.

Al tavolo del confronto con l’Autorità Portuale dovrà sedere ovviamente anche l’amministrazione comunale di Ancona così come tutte le istituzioni coinvolte «perché nulla deve essere deciso senza un percorso partecipato e che contempli un approccio multidisciplinare – conclude – Ci dicano dove e quando e saremo pronti e propositivi».

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