Ancona-Osimo

Tumori, malattie cardiovascolari e rare: verso il vaccino. Giacometti: «Per il cancro vaccini personalizzati»

Alcune case farmaceutiche hanno annunciato che entro il 2030 già potrebbero essere disponibili diversi tipi di vaccini a mRna. Ne abbiamo parlato con l'infettivologo

ANCONA – Cancro, malattie cardiache, autoimmuni, respiratorie ed altre, tra cui anche le malattie rare, sono le patologie per cui, nell’arco di alcuni anni, potrebbero arrivare dei vaccini ad mRna, una speranza per le persone che ne soffrono. Alcune case farmaceutiche hanno annunciato che entro il 2030 già potrebbero essere disponibili diversi tipi di vaccini.

Per alcune malattie come i tumori si tratterà più di trattamenti terapeutici che di prevenzione. Ma andiamo in ordine. «Per il cancro non si potranno vaccinare tutti, come avvenuto per il Covid – spiega il professor Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche -; non sarà dunque una profilassi preventiva, bensì saranno vaccini costruiti sulla base della mutazione genetica rilevata dopo la biopsia sul tumore».

Insomma, saranno dei veri e propri «vaccini personalizzati realizzati per la persona già malata. Gli anticorpi avranno l’obiettivo di aggredire la malattia in corso, una terapia che però potrebbe essere molto costosa, come i farmaci biologici attualmente impiegati su alcuni tipi di tumori, come gli anticorpi monoclonali o le terapie Car-T».

Per quanto riguarda invece le malattie cardiovascolari «si tratterà esclusivamente di una profilassi preventiva e quindi questo tipo di vaccinazione potrà interessare una fetta consistente della popolazione», mentre per le malattie rare come per i tumori il vaccino agirà sulla malattia già esistente.

Il Covid ha aperto insomma una nuova frontiera della medicina: «Un problema come il Covid è diventato un’occasione, in questo senso, perché affrettando i tempi per arrivare a un vaccino ha permesso di risparmiare anche 10 anni di ricerca». Un progresso rapido che presto potrebbe andare a beneficio anche di altre malattie, anche se, «come accaduto durante la pandemia, ci sarà chi diffiderà ancora dei vaccini».

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