Ancona-Osimo

Picchio d’Oro a Saverio Cinti dell’Univpm che ha scoperto la Transdifferenziazione dell’Organo Adiposo

«È un riconoscimento che dà soddisfazione». Conferito dalla Regione Marche per l'impegno profuso nell'ambito di progetti di ricerca legati all’insorgenza dei tumori e di altre gravi patologie.

Università Politecnica delle Marche

ANCONA – «È un riconoscimento che dà soddisfazione». Così il professor Saverio Cinti, direttore scientifico del Centro di ricerca sull’obesità dell’Università Politecnica delle Marche e professore emerito di anatomia umana dell’Università di Bonn, commenta il “Picchio d’oro” 2022, premio conferito dalla Regione Marche, a riconoscimento dell’impegno profuso nell’ambito di progetti di ricerca legati all’insorgenza dei tumori e di altre gravi patologie, per i quali sta riscuotendo grande interesse a livello internazionale, portando l’Ateneo di Ancona alla ribalta.

Il professor Saverio Cinti, direttore scientifico del Centro di ricerca sull’obesità dell’Univpm

Il professore ha infatti scoperto la Transdifferenziazione nell’Organo Adiposo, una scoperta che potrebbe aprire nuove frontiere nella lotta ai tumori: le due cellule presenti nel tessuto adiposo, ‘cellule bianche’ e ‘cellule brune’, che cooperano fra loro per il mantenimento dell’omeostasi energetica, possono, in alcune circostanze, cambiare funzione, trasformarsi, scambiandosi per così dire di ruolo.

«È una funzione molto importante – spiega il professor Cinti – che ci ha consentito di sopravvivere come specie. Le cellule bianche accumulano grasso, molecole ad alto contenuto energetico per permettere un intervallo di tempo tra un pasto e l’altro», una sorta di ‘scorta’ in caso di necessità e anche in caso di una possibile carenza alimentare, mentre «le cellule brune bruciano gli acidi grassi per produrre calore, un aspetto fondamentale nel mantenimento della temperatura corporea (37 gradi)».

La grande novità scoperta dal professor Cinti è quella che le due cellule, bianche e brune, possono trasformarsi in maniera reversibile, l’uno nell’altro, scambiandosi di fatto i ruoli, ovvero la cellula bianca può assumere la funzione di ‘mangia-grassi’ e quella nera di accumularli.

Entrando ancora più nel dettaglio, «l esposizione al freddo determina una trasformazione della cellula bianca in bruna, con una riduzione degli adipociti bianchi, per mantenere la temperatura corporea, mentre nel caso di una esposizione ad una dieta obesogena, l’organo potrebbe assumere un fenotipo bianco per immagazzinare il maggiore apporto energetico».

La scoperta è importante dal punto di vista medico in quanto il fenotipo bruno si associa ad una resistenza all’obesità e alle malattie ad essa correlate, fra le quali, oltre al diabete ci sono anche i tumori. La dimostrazione ‘pratica’ della Transdifferenziazione dell’Organo Adiposo il professor Cinti l’ha trovata nella plasticità mammaria: la ghiandola mammaria al di fuori della gravidanza è costituita per il 90% circa da grasso (adipociti) e per il resto da dotti epiteliali che, partendo dal capezzolo si ramificano tra gli adipociti. Durante la gravidanza si sviluppa la componente ghiandolare responsabile della produzione e della secrezione del latte.

Insomma, durante la gravidanza «gli adipociti si trasformano in cellule epiteliali per poi ritornare a formare adipociti nel periodo post allattamento. La plasticità mammaria sarebbe dunque dovuta ad un fenomeno di transdifferenziazione fisiologico e reversibile».

Il professor Cinti sottolinea che l’obesità è responsabile non sono dello sviluppo di diabete, ma anche di patologie tumorali e dell’Alzheimer, in quanto i macrofagi, cellule ‘spazzine’, che intervengono nei processi infiammatori, producono molecole che influenzano l’insulina.

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