Ancona-Osimo

Caro bollette, le piscine delle Marche a rischio chiusura. Decisivo il tetto sul costo dell’energia

Una partita a scacchi tra società di gestione delle piscine e Comuni. A rischio l'erogazione del servizio durante l'inverno. «Dovremo aumentare del 15% il prezzo degli ingressi ma è ingiusto che debba ricadere sull'utente»

Piscina Ponterosso
Un'attività presso la piscina di Ponterosso ad Ancona

ANCONA – Gli impianti natatori comunali si preparano all’arrivo di un autunno che sarà segnato da grossi problemi di gestione. Due gli aspetti decisivi per evitare la chiusura delle piscine: il tetto sul costo dell’energia e un dialogo serrato con le amministrazioni comunali per sperare che si accollino parte del delta dovuto all’aumento spropositato delle bollette.

Le variabili

Il Coordinamento nazionale dei gestori degli impianti natatori è in fibrillazione. I referenti regionali per le Marche sono tre: Mirco Santoni di Team Marche che gestisce gli impianti di Jesi, Osimo e Moie, Andrea Sebastianelli di Sport Village Pesaro e Igor Pace della Co.ge.pi di Ancona. «Siamo in attesa che venga deliberato questo benedetto tetto massimo – afferma Santoni -, se verrà formulato intorno a una cifra che sufficientemente gestibile per permetterci di guardare al futuro con serenità, bene. Altrimenti molti impianti chiuderanno». Altre strade, al momento, non sembra che ci siano. «Poi bisogna vedere se il tetto si avvicinerà più alla cifra che pagavamo prima, ad esempio i 0,20 centesimi al metrocubo per il gas – specifica Pace – oppure se tenderà ad avvicinarsi più ai 3 euro al metrocubo di oggi». Una partita a scacchi che potrebbe portare alla sconfitta non solo di un settore che garantisce un servizio alla comunità, ma anche di tutto un sistema che all’interno comprende l’assistenza ai più fragili. «I servizi offerti dalle piscine sono cambiati nel tempo – spiega Attilio Garbati titolare della società Sport Smile che gestisce gli impianti di Grottammare e Ascoli -, ora non solo gli sportivi, agonisti e amatoriali, frequentano le piscine. Ma in gran parte sono anche utenti che necessitano di riabilitazione post traumatica». Dunque la piscina è a tutti gli effetti un servizio a tutela e a beneficio delle fasce più deboli. 

Le trattative con i Comuni

L’altro aspetto che potrebbe essere decisivo ai fini della sopravvivenza delle piscine riguarda le trattative in atto con i Comuni, in quanto la maggior parte degli impianti sono di proprietà comunale. «Occorre concordare con le pubbliche amministrazioni un prezzo calmierato dell’energia – afferma Sebastianelli -, la differenza se la deve accollare chi ha l’interesse che il pubblico servizio continui ad essere erogato». Cosa che in qualche località della regione è già avvenuta, come ad Ancona ad esempio. «Attualmente il Comune ci ha congelato il delta del costo – afferma Pace -, in questo momento noi continuiamo a pagare le utenze con le stesse cifre del 2020. Ma navighiamo a vista». 

Il rischio delle chiusure 

Il coro dei gestori delle piscine è uno solo: «Resistere e mantenere attivi gli impianti». Ma alle condizioni che si stanno profilando sembrerebbe alquanto difficile. Per la piscina di Pesaro l’aumento complessivo delle utenze toccherà quest’anno la cifra spaventosa di mezzo milione di euro in più rispetto all’anno scorso. Con la prospettiva di raggiungere l’impensabile: 1 milione di euro in più l’anno prossimo rispetto al 2021. «O si cambiano le regole di gestione – dice Sebastianelli di Pesaro – o si chiude». «Dovremo aumentare di circa il 15% il prezzo degli ingressi – replica Garbati – ma è veramente ingiusto che tutto questo debba ricadere sull’utente finale».

Dunque i gestori delle strutture cercano soluzioni alternative, pur di sopravvivere. «Abbiamo acquistato dei nuovi teli di copertura per evitare la dispersione del calore all’interno dell’impianto – racconta Santoni – e degli inverter per ridurre lo spreco dell’energia elettrica». Tutti investimenti che sottendono altre spese, ma con la prospettiva di contenere almeno un po’ le spese delle bollette sul lungo periodo. In tutto ciò, il grido d’allarme delle società che gestiscono gli impianti natatori delle Marche è a dir poco spaventoso. Nell’arco di un inverno l’intera regione potrebbe perdere buona parte delle piscine, lasciando scoperti territori e servizi sportivi. Un danno che avrebbe importanti ripercussioni sia sul tessuto economico sia su quello sociale.

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