Jesi-Fabriano

Azionisti privati Banca Marche: «Noi, figli di un dio minore»

«Insufficiente il Fondo ristoro per i truffati prospettato nel Def e le modalità di utilizzo penalizzerebbero i colpiti di questa regione e i risparmiatori sani e ingenui. I sottosegretari Bitonci e Villarosa ci incontrino» spiegano insieme a Dipendiamo e Unione Consumatori

Da sinistra Maurizio Mariani e Enrico Filonzi, presidente, del Direttivo dell'Associazione azionisti privati Banca Marche e l'avvocato Corrado Canafoglia dell'Unione Nazionale Consumatori- Marche

JESI – «Il Fondo di ristoro di cui si parla in finanziaria risarcisca i veri truffati delle banche e non Fondazioni, altri istituti bancari, indagati. I sottosegretari al Ministero dell’Economia e delle Finanze che se ne stanno occupando, Bitonci della Lega e Villarosa dei Cinque Stelle, incontrino anche noi colpiti dal caso Banca Marche, che non vogliamo essere figli di un dio minore rispetto a quanto accaduto per gli istituti veneti». A chiederlo con forza sono le Associazioni “Azionisti Privati Banca Marche” e “Dipendiamo Banca Marche” e l’Unione Nazionale Consumatori Marche.

Un momento della conferenza stampa dell’Associazione azionisti privati Banca Marche

Si fa riferimento a cifre e criteri emersi sino ad oggi quanto al fondo ristoro che il Governo intenderebbe prevedere nel DEF, Documento di Economia e Finanza della manovra economica, per gli azionisti che hanno perso investimenti e risparmi per i casi Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Banca Etruria e le venete Veneto Banca e Popolare di Vicenza: un miliardo e mezzo di euro per tutte. «Fondo del tutto insufficiente e che, se utilizzato con le modalità di cui si parla, non basterebbe a rifondere nemmeno tutti i truffati della sola Banca Marche – spiegano le associazioni e l’Unione consumatori- apprezziamo volontà e attenzione del Governo ma sottolineiamo le criticità. In campagna elettorale era stato promesso un ristoro completo, reale e non fittizio. E tutti vanno messi sulla stessa linea di partenza mentre noi non abbiamo avuto alcun incontro ufficiale al Ministero».

Presenti Enrico Filonzi e Sandro Forlani, presidenti delle associazioni “Azionisti Privati Banca Marche” e “Dipendiamo Banca Marche”, e l’avvocato Corrado Canafoglia, dell’Unione Nazionale Consumatori – Marche, che le tutela.

Sono loro tre a firmare la richiesta di un incontro urgente con i sottosegretari di stato al MEF Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Mattia Villarosa (M5S) per discutere del fondo ristoro agli azionisti che verrà inserito nella prossima Legge di bilancio 2019. La stessa istanza è rivolta anche ai parlamentari marchigiani. Ci sono poi Bruno Stronati e Maurizio Mariani, del direttivo dell’associazione degli azionisti privati, e alcuni aderenti.

Oltre 3 mila fra azionisti e obbligazionisti i colpiti nel crack Banca Marche. Sul fronte giudiziario della vicenda dell’ex istituto di credito del territorio, prevista per il 13 novembre l’udienza in tribunale che emetterà la sentenza di primo grado per quanto riguarda i componenti del collegio sindacale che hanno chiesto il rito abbreviato e il rinvio a giudizio degli altri indagati. È anche di questi ultimi che si parla nelle segnalate criticità del Fondo ristoro così come sembrerebbe delinearsi.

Seduti, da sinistra, il presidente dell’Associazione azionisti privati Banca Marche Enrico Filonzi, l’avvocato Bruno Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori- Marche, Sandro Forlani presidente dell’associazione di dipendenti Dipendiamo Banca Marche e Bruno Stronati, del Direttivo dell’associazione degli azionisti privati, con alcuni associati in conferenza stampa.

È l’avvocato Canafoglia a spiegare, in tre punti: «Uno: Le domande saranno liquidate in base all’ordine cronologico di arrivo. Criterio che penalizzerebbe oltre modo i risparmiatori di Banca Marche, per buona parte anziani che non hanno grande dimestichezza coi sistemi telematici. E si pone il problema del reperimento dei documenti: la messa in liquidazione dell’istituto, a differenza di quelli veneti, impedisce di fatto l’accesso rapido ad essi. Si fissi un lasso di tempo congruo entro il quale depositare le istanze: determinato l’ammontare globale delle richieste ammesse, si ripartisca il fondo tra gli aventi diritto in proporzione alle loro istanze e non all’ordine cronologico di arrivo».

Prosegue Canafoglia: «Due: è apparsa la notizia che a decidere sulle istanze sarebbero collegi arbitrali da organizzare in seno all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (Acf), istituito presso la Consob. Ma già questo organismo (Acf) si è pronunciato sui ricorsi presentati da alcuni risparmiatori e nel caso Banca Marche si è espresso riconoscendo il danno per gli azionisti alle sole somme corrisposte dagli stessi nell’ambito dell’aumento di capitale sociale del 2012. Una parte minima rispetto a quanto effettivamente perduto. La Legge Finanziaria 2017-2018 prevedeva il rimborso in presenza di un provvedimento di un’Autorità Giudiziale o di un Collegio arbitrale da istituirsi presso l’Anac».

Infine, «Tre: tra i titolari di azioni figurano fondazioni bancarie, società esercenti impresa creditizia (banche), soggetti oggi coinvolti a vario titolo nei processi penali instaurati per accertare le responsabilità penali relative ai vari crack bancari. Nel caso di Banca Marche un istituto bancario primario deteneva il 7% circa del capitale sociale, solo per fare un esempio. Pertanto chiediamo che da tale ristoro restino esclusi banche, fondazioni o indagati e/o coloro che avevano un ruolo gestionale o di controllo negli istituti. L’ammontare delle azioni in possesso di tali soggetti nel loro complesso è rilevante e se ammessi al fondo ridurrebbe sensibilmente la quota spettante ai singoli azionisti, persone fisiche o giuridiche».

Spiegano Mariani, Filonzi e Stronati: «Tanti hanno perso fiducia. Si ridia speranza ai risparmiatori, non speculatori, sani, onesti, ingenui. L’invito è a seguire sul nostro sito gli aggiornamenti costanti sulla vicenda. E a continuare a prendere contatto con noi».

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