Attualità

Le 100 donne di successo secondo Forbes: c’è anche Luisa Rizzitelli

La Presidente dell’associazione Assist, da 20 anni in prima linea contro le discriminazioni di genere nello sport, dalle clausole antimaternità ai contratti omofobi: «Non ci fermeremo finchè non ci saranno gli stessi diritti»

OSIMO – Scienziate, imprenditrici, sportive, giornaliste: sono le 100 donne di successo scelte dalla rivista Forbes per l’anno 2020. Tra loro c’è anche l’osimana di adozione Luisa Rizzitelli, presidente e fondatrice dell’associazione Assist che si batte per la tutela dei diritti delle donne nello sport. Il suo nome si affianca a quello di altre figure di spicco che si sono distinte nei rispettivi ambiti di lavoro, tra cui la virologa Iaria Capua, la giornalista Bianca Berlinguer, l’astrofisica Simonetta Di Pippo, la sciatrice Federica Brignone, la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia.

«Essere tra le cento donne di successo non capita tutti i giorni a quelle “normali” come me – è il commento a caldo sul proprio profilo – che sia accaduto per l’impegno con Assist mi riempie di orgoglio perché io rappresento una squadra formidabile, un gruppo di cocciute che crede nella necessità di esigere rispetto e leggi per le atlete italiane».
Fin dalla sua nascita nel 2000 l’associazione Assist si batte per denunciare e rimuovere gli episodi di discriminazione e sessismo nel mondo dello sport e non solo. «Le donne e gli uomini di Assist, testardi e coriacei quanto me – scrive la Rizzitelli – mi hanno aiutata a dire al mondo che non rispettare una donna, nello sport e in qualunque campo, è una condizione che non possiamo più tollerare».

Tante le battaglie condotte in questi anni dall’associazione, alcune di rilevanza internazionale, altre a carattere locale ma non per questo meno importanti. «Ricordo un presidente di un club che non pagava nessun atleta ma le faceva allenare dalle 20 alle 23 tutti i giorni, sabati e domeniche incluse – scrive la Rizzitelli – mi ricordo le battaglie delle pallanuotiste del Setterosa cui davano la metà dei premi che riconoscevano ai maschi. Ricordo la denuncia delle clausole antimaternità. Ricordo Manù Benelli che quattro anni fa denunciava al mondo di aver dovuto firmare un contratto omofobo, oppure Eva che si salva a sue spese da una malattia che la toglie dai campi della serie A di pallavolo, ma poi diventa Nazionale di Sitting Volley e andrà ai Giochi Olimpici».

Il riconoscimento di Forbes rappresenta allora anche un premio ai vent’anni di battaglie condotte in prima linea da tutta l’associazione Assist. «In questo premio ci sono le atlete che ci hanno sostenuto mettendoci la faccia – spiega Luisa Rizzitelli – ci sono i professionisti che gratis sono stati al mio fianco, le amiche-socie fondatrici, i tanti colleghi e le tante colleghe giornaliste che ci hanno dato voce sfidando i potenti sponsor».
Un premio che dà ancora maggiore forza e consapevolezza per affrontare le prossime sfide. «Non ci daremo pace fino a quando le atlete non avranno diritti elementari e doverosi – conclude – fin quando questo Paese non riconoscerà alle donne gli stessi diritti degli amici uomini. Non è un traguardo, ma un nuovo punto di partenza».

© riproduzione riservata

Ti potrebbero interessare