OSIMO – Era partito giovedì (12 giugno) per l’Egitto per partecipare alla marcia globale verso Gaza. Era tra i marchigiani che avrebbero voluto affrontare quella grande impresa. E’ sfumata però. David Monticelli, conosciuto in città per essere stato tra i fondatori del Movimento 5 Stelle Osimo che ha lasciato poi nel 2020 (dopo esserne stato candidato sindaco e consigliere comunale), oggi è referente del Fronte del Dissenso nelle Marche e promotore di Amicizia Italia Palestina. Nei giorni precedenti alla partenza per l’Egitto aveva consegnato alla sindaca Michela Glorio in Sala Maggiore del Municipio una mozione da portare al voto in consiglio comunale per dire no al genocidio che si sta consumando a Gaza e per prendere le difese del popolo palestinese, condannando ogni forma di terrorismo e guerra.
«L’obiettivo della Global March to Gaza era camminare per tre giorni a piedi, insieme, nel Sinai da Al Arish a Rafah, per poi accamparsi lì chiedendo l’apertura di un corridoio umanitario. La grande e volontaria adesione a questa iniziativa è stata un successo straordinario. Non solo in termini numerici: persone da 54 Paesi da tutto il mondo, diverse per nazionalità, religione, etnia, orientamento politico, estrazione sociale ed età hanno stabilito un legame quasi “telepatico” in un sentire comune e solidale nei confronti del coraggioso popolo palestinese e, per riflesso, dell’umanità tutta». Lo racconta con il cuore mentre si appresta a tornare.
L’impedimento
«Purtroppo, le autorità egiziane, oggetto di pressioni internazionali, soprattutto di Israele che ha chiesto la proibizione della marcia proprio perché temeva il suo forte impatto simbolico, non l’hanno autorizzata, facendo venire meno questa grande opportunità. La notizia dei fermi arbitrari, dei rimpatri, è stata paradossalmente proprio la nostra più grande vittoria perché dimostra che la gente comune, se si mobilita per una giusta causa, può fare la differenza e può incutere timore a governi e istituzioni infrangendo le narrazioni menzognere delle loro macchine di propaganda, dando così voce al diffuso sentimento dei popoli di tutto il mondo di solidarietà e fratellanza col popolo palestinese».