La riapertura della pesca del mosciolo divide l’opinione pubblica e infiamma il dibattito. Se da un lato è accolta con favore dagli operatori del settore della piccola pesca, per i quali rappresenta una fonte di sostentamento, dall’altra il mondo degli chef è solidale con gli esperti che invece suggeriscono lo stop di un anno per tutelare il mosciolo selvatico di Portonovo. La riapertura della pesca è stata decisa nei giorni scorsi dalla Consulta Regionale della Pesca.
«La ripresa della pesca del mosciolo è una boccata di ossigeno» per il settore spiega Mauro Bartoli, operatore della piccola pesca di Ancona. «Noi non saremmo rientrati nei ristori – dice -, la pesca del mosciolo è il nostro lavoro, per noi significa dare da mangiare alle nostre famiglie».
«Capisco la preoccupazione che molti hanno per i moscioli – prosegue -, ma va considerato che un tempo c’erano più di cento imbarcazioni che si dedicavano a questo tipo di pesca, oggi invece siamo rimasti in meno della metà, quindi l’impatto del prelievo è decisamente ridotto rispetto al passato». Bartoli spiega che «l’abbondanza delle cozze è ciclica, ovviamente con il riscaldamento del mare il mosciolo ne risente, quando la temperatura del mare scenderà torneranno, è sempre stato così». Difende il settore: «per noi la pesca è vita».
Diversa la posizione del vice presidente dell’Unione Regionale Cuochi Marche, Simone Baleani secondo il quale «in base alle indicazioni emerse dai ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche e dal professor Cerrano, sarebbe stato meglio sospendere la pesca del mosciolo per un anno, per permettere il ripopolamento della risorsa».
Lo chef sottolinea come l’indicazione proveniente dagli esperti che fanno parte del Tavolo Tecnico per la salvaguardia del mosciolo selvatico di Portonovo, istituito nel 2023 su spinta del sindaco di Ancona Daniele Silvetti, «è legata a dati scientifici». Il professor Carlo Cerrano, docente di Zoologia dell’Univpm, segue la situazione del mosciolo selvatico di Portonovo.
«Come associazione regionale cuochi Marche – prosegue Baleani – non possiamo che rifarci alla competenza degli esperti sull’opportunità di sospendere la pesca del mosciolo».
Lo chef evidenzia l’alleanza tra mondo dei cuochi e gli esperti, nel trovare un’alternativa per salvaguardare la specie tanto identitaria della popolazione anconetana: «Stiamo utilizzando la cozza del Conero» di allevamento, conclude, spiegando che la clientela apprezza. Uno sforzo comune per il bene della specie.