Ancona-Osimo

Dopo di noi, ad Ancona apre una casa accoglienza

Fino a 5 le persone disabili che potranno trovare fin da subito accoglienza nella struttura, mentre altri 12 saranno coinvolti in attività laboratoriali per l'acquisizione di autonomie. Al via anche contributi economici per l'assistenza domiciliare

Inaugurazione Nuovi Orizzonti

ANCONA – Dare un tetto ad adulti e minori con disabilità dopo la morte dei genitori.

È con questo obiettivo che ad Ancona è stata realizzata Nuovi Orizzonti, la casa famiglia inaugurata proprio oggi in via Trieste al civico 22. Una iniziativa in linea con la Legge 112/2016 – “Dopo di Noi” che sostiene progetti destinati a persone con disabilità prive di supporto familiare e/o inserite in famiglie non più in grado di garantire quanto necessario per assicurare loro un progetto di vita indipendente. La struttura di proprietà comunale, che potrà accogliere fino a 5 persone, sarà gestita dall’Associazione “La Carovana Onlus”,  che negli anni si è specializzata nella realizzazione di progetti di vita autonoma per persone con disabilità.

Da sinistra Emma Capogrossi e Valeria Mancinelli nella cucina della casa Dopo di Noi

Un nome evocativo di nuove prospettive per le persone con disabilità, Nuovi Orizzonti: «Siamo particolarmente contenti e orgogliosi  di aver realizzato questo progetto assieme alle famiglie e alle persone che vivono queste problematiche – spiega la sindaca Valeria Mancinelli – e soprattutto di averlo concretizzato in una struttura immediatamente utilizzabile. Siamo i primi nelle Marche ad aver dato attuazione ad una buona legge, quella sul Dopo di Noi, quando troppo spesso le leggi rimangono solo scritte sulla carta. In questo caso, invece, ha trovato una concretizzazione in tempi molto rapidi, un fatto concreto che cambia e può cambiare in meglio la vita vera e reale delle persone».

Una delle camere della casa accoglienza

Una realizzazione resa possibile dal lavoro di squadra tra Comune, Regione, Asur e le associazioni di famiglie dei disabili.
«Una risposta importante – spiega l’assessore alla Sanità Emma Capogrossi – attraverso una struttura messa a disposizione da un ente locale, quando la legge prevede che gli immobili possano essere messi a disposizione anche dalle famiglie o dalle associazioni».  Una soluzione ad un problema importante che affligge tante famiglie e che si pone finalmente nell’ottica di fornire un’alternativa al destino di tanti disabili che in passato avevano come unica possibilità l’istituto o la casa di riposo, anche nei casi di giovane età del disabile.

Ventotto le richieste ricevute dal Comune da parte di famiglie di ragazzi disabili interessate ad entrare nel progetto più ampio che prevede anche un’altra azione elaborata dall’amministrazione comunale dorica: il “durante noi“, che si è concretizzato nella realizzazione di laboratori, tenuti all’interno della casa Nuovi Orizzonti, per acquisire le capacità indispensabili per andare a vivere da soli, precisa Laura Trivellini educatore dell’Unità Operativa Disabilità. Dodici sono le persone selezionate fin’ora dall’Umea (Unità Multidisciplinare dell’Età Adulta) per partecipare ai laboratori che hanno preso avvio da qualche settimana e che termineranno a giugno 2019.

Autonomia personale legata all’igiene, agli spostamenti, alla comunicazione delle emozioni e disagi, l’utilizzo dei soldi e la preparazione dei pasti. Sono solo alcune delle attività laboratoriali che stanno coinvolgendo il gruppo di età compresa tra i 25 e i 55 anni per tre ore settimanali, spiega Mirco Ametisti presidente della Fondazione La Carovana Onlus.

«Come Unità Operativa senza un’amministrazione disponibile a valutare effettivamente e a sostenere i programmi nei confronti dei disabili e della domiciliarità, non avremmo potuto fare nulla – evidenzia Loredana Valentini, responsabile dell’Unità Operativa Servizi per la Disabilità del Comune di Ancona – tutto quello che può fare il tecnico è in funzione della disponibilità dell’amministrazione comunale, che in questo caso è grande».

E proprio per quanto riguarda la domiciliarità sta per partire un progetto che concederà un contributo economico alle famiglie per sostenerle nella gestione del disabile. Un contributo che sarà legato anche all’elaborazione di un progetto. Un nuovo tassello, sottolinea la dottoressa Valentini che andrà ad arricchire gli altri storici come l’assistenza domiciliare, l’assistenza educativa domiciliare e all’Adi erogata dall’Asur.

 

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