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Alluvione, il coordinamento scrive al sindaco

Sulla spiaggia di velluto la ferita è ancora aperta. Il coordinamento dopo avere avanzato, un anno fa, la richiesta di mediazione attende l'esito dell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica e punta il dito contro la "buona politica"

L'alluvione a Senigallia nel 2014
L'alluvione a Senigallia nel 2014

SENIGALLIA – A distanza di quasi due anni dall’incontro organizzato al Teatro Portone tra il coordinamento dei comitati ed il sindaco Maurizio Mangialardi, con una lettera, il Coordinamento Comitati “Alluvione Senigallia maggio 2014” torna a fare sentire la sua voce e risponde al sindaco sul tema dei risarcimenti.

I precedenti

Quella dell’alluvione è stata una vicenda che ha diviso la città: il 3 maggio 2014 la zona nord della spiaggia di velluto fu invasa dall’acqua. Tre i morti, più di 500 famiglie e 50 imprese coinvolte. Un evento che aveva messo in ginocchio la città. Il 5 maggio l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi arrivò a Senigallia e fece visita agli alluvionati. Il 31 maggio 2014, alle comunali, il sindaco Maurizio Mangialardi vinse le elezioni al primo turno ed iniziò il suo secondo mandato promettendo agli alluvionati il risarcimento. Dall’altra parte, il Coordinamento Comitati “Alluvione Senigallia maggio 2014” che, attraverso l’avvocato Corrado Canafoglia, legale del Comitato, aveva avviato un anno fa, una mediazione per cercare di trovare una soluzione definitiva per gli alluvionati. Una strada percorsa parallelamente a quella della Magistratura che ha aperto un fascicolo sul tragico evento.

 

La lettera

Egregio Sindaco Mangialardi,

nessuno più di noi alluvionati è felice per l’arrivo del denaro statale a quanti hanno subito danni in quella maledetta alluvione, tuttavia non comprendiamo i Suoi toni trionfalistici. Gli 8,5 milioni di euro rappresentano un ristoro veramente ridotto che purtroppo non potranno risarcire le perdite umane – non dimentichi mai che sono morti 3 nostri concittadini –  o i danni alla case, alle aziende, alle auto ed ai beni che rappresentavano i ricordi di una vita.

Come Lei afferma, questi soldi vanno a coprire l’80% dei “danni certificati” (o meglio i costi sostenuti per ripristinare i danni) e non i “danni effettivi” che i cittadini alluvionati hanno subito. Una differenza apparentemente sottile, ma che di fatto non considera in alcun modo il tempo e la fatica di chi, per scarsa disponibilità economica, ha dovuto eseguire lavori in autonomia e chi ha perso veicoli ed altri beni mobili, il cui valore in molti casi era ben superiore.

Ecco perché a nostro avviso quell’importo, per quanto apprezzabile, non basta a risollevare le sorti economiche dei cittadini di Senigallia. Quale sia stato il suo contributo nell’erogazione di tali importi non ci è chiaro, posto che questi fanno parte di un pacchetto che riguarda 40 eventi analoghi verificatesi in tutta Italia, per cui se Lei ne è stato protagonista Le facciamo i nostri complimenti per un ruolo che dovrebbe spettare semmai ad un ministro o ad un direttore generale di ministero , che presiede ad una siffatta erogazione. In ogni caso, nello spirito di massima collaborazione e per fugare dubbi operativi nelle oltre 500 famiglie che fanno parte del nostro comitato Le chiediamo un incontro per porle dei quesiti su alcuni aspetti di quello che è un finanziamento agevolato che ogni destinatario dovrà contrarre con una banca.

Lei parla di “buona politica”, tale argomento però ci appare beffardo, proprio perché quella che lei chiama buona politica è stata una delle cause di quella maledetta alluvione e del fatto che in 1 anno si sono avute 6 allerte esondazione, fatto mai accaduto prima nella storia di questa città. La mancata manutenzione del fiume, i rimpalli di responsabilità tra Enti senza effettuare interventi risolutivi, la gestione della prevenzione e quella dell’allerta sono compiti che spettano alla politica e se questa fosse stata veramente buona, l’alluvione non ci sarebbe stata o quanto meno non avrebbe avuto quegli effetti devastanti.

Definire oggi buona una politica che attinge alle finanze pubbliche, e quindi alle tasche di noi cittadini, per indennizzare in minima parte, peraltro con un finanziamento agevolato, quanti hanno subito gravi perdite e danni a causa di un politico o un funzionario pubblico lautamente pagato che non ha svolto correttamente il proprio dovere, appare una beffa.

Ma lei sindaco tiene alla sua città ed allora le vogliamo porre delle domande semplici alle quali se vorrà potrà rispondere pubblicamente. Dalla stampa apprendiamo che la Procura della Repubblica sta indagando sulle responsabilità sull’alluvione e presto termineranno le indagini ed usciranno i nomi degli indagati. A differenza di ciò che viene detto, non è nostra intenzione creare contrapposizione tra alluvionati ed il comune, il nostro intento è solo quello di aiutare la Magistratura ad individuare i responsabili di modo tale che siano loro e loro assicurazioni a pagare per i loro errori e non noi cittadini con le nostre tasse che aumentano sempre!

I quesiti posti nella lettera

Con questo spirito e posto che sempre lei si è dichiarato estraneo da qualsiasi tipo di responsabilità, le chiediamo se una volta concluse le indagini ed usciti i nominativi degli indagati individuati dalla Procura, lei come Sindaco della città farà costituire il Comune parte civile in quel processo penale? Nella malaugurata ipotesi che Lei risultasse tra gli indagati, le chiediamo se si dimetterà dalla carica di Sindaco, concentrandosi sulla sua legittima difesa?

La chiusura della lettera

In merito invece alla sicurezza della città, vorremmo che lei ci rassicurasse di nuovo sullo stato di sicurezza del fiume e le saremmo grati se vorrà farci avere tutti i documenti relativi alla messa in sicurezza e la certificazione da parte di un Ente competente, poiché da tempo sono sotto gli occhi di tutti i sedimenti lungo la parte finale del fiume, che costituiscono un serio ostacolo al deflusso dell’acqua in caso di piena alluvionale.

Vorremmo essere sicuri che lei o gli enti preposti si siano già attivati per rimuoverli. Sappiamo inoltre che l’Autorità di Bacino ha allargato le zone a rischio alluvione in città, quindi Le chiediamo se si è preoccupato di adeguare il piano comunale di protezione civile, di sua esclusiva competenza, poiché, a tal proposito, ad oggi a noi non è pervenuta alcuna notizia. Ci teniamo inoltre a sottolineare che queste richieste non vogliono alimentare polemiche, ma solo chiarire i fatti, perché la Città ha bisogno di chiarezza e soprattutto di sicurezza. Confidiamo in una sua cortese risposta collaborativa a questi nostri quesiti, non dimenticando mai che noi siamo gli alluvionati, mentre Lei rappresenta la politica, che non solo a parole, ma anche con i fatti dovrà dimostrare di essere veramente buona!

Coordinamento Comitati “ Alluvione Senigallia maggio 2014”

 

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