Senigallia, antenna del Cavallo: il comitato accusa il sindaco Olivetti
Senigallia

Senigallia, antenna del Cavallo: il comitato accusa il sindaco Olivetti

I cittadini che hanno fatto ricorso al Tar continuano la loro battaglia: «E' lui il primo difensore ad oltranza del palo della vergogna»

L'antenna installata sulla collina del Cavallo, a Senigallia (prospetto verso sud): sullo sfondo Ancona
L'antenna installata sulla collina del Cavallo, a Senigallia (prospetto verso sud): sullo sfondo Ancona

SENIGALLIA – Continua la battaglia del “comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio”, quella realtà senigalliese che lotta per la rimozione di un palo della telefonia sulla collina del Cavallo, nella parte paesaggistica a sud della città. Battaglia che a questo punto individua definitivamente nel sindaco Massimo Olivetti «il primo difensore ad oltranza del palo della vergogna».

Si è svolta oggi la nuova udienza al TAR sulla vicenda della contestata antenna sul crinale della collina del Cavallo, a Senigallia. «A rappresentare le ragioni del progetto in aula, con nostra grande sorpresa – spiegano dal comitato – non c’erano gli avvocati di TIM o di INWIT, le due società direttamente coinvolte e presumibilmente interessate alla realizzazione dell’impianto (che si sono limitate a riportarsi agli atti). L’unico legale che ha preso la parola per difendere l’installazione del palo era quello nominato dall’Unione dei Comuni, ente guidato dal sindaco Massimo Olivetti (che però era assente al momento della votazione per il conferimento dell’incarico ai legali)».

A difendere a spada tratta l’opera di cui il comitato contesta la localizzazione (senza però contestare l’utilità e la necessità delle infrastrutture) «rimangono dunque solo i nostri rappresentanti politici, gli stessi che, in teoria, dovrebbero avere come priorità la tutela del paesaggio e del territorio che amministrano. Sullo sfondo primeggia la totale assenza di coraggio politico del sindaco Olivetti. Prima scarica la responsabilità dell’opera verso i suoi uffici, invitandoci al contenzioso al TAR. Dopo mesi di esitazione, arruola una agguerrita difesa legale nascondendosi dietro una delega formale e facendo intervenire il suo vice, il sindaco di Trecastelli Marco Sebastianelli. Che si è prestato – come un novello Attila politico a sua insaputa – a questo triste siparietto». 

L’accusa è quella di nascondersi e di fare lo scaricabarile. «Secondo un noto copione già sperimentato da Olivetti, se il TAR rigetterà il ricorso, il sindaco del palo sul crinale licenzierà una nota stampa celebrativa. Se il ricorso verrà accolto, continuerà a dire che lui nulla c’entrava. Scaricando responsabilità di fatto sugli uffici e sul sindaco Attila di Trecastelli. Che stile!» concludono ironicamente dal “comitato per il diritto alla partecipazione civica e per la tutela del paesaggio” di Senigallia.