PESARO – Centro Diurno Il Gabbiano, botta e risposta tra la consigliera regionale Micaela Vitri e l’Ast Pesaro Urbino.
La consigliera Dem sottolinea: «Nessuna risposta sul futuro della parte di San Benedetto di proprietà della Regione, dove si trova anche il centro “Il Gabbiano”, che ospita 16 persone con disabilità complessa. Nel marzo 2021 è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra il Comune di Pesaro e la Regione Marche – prosegue Vitri – con cui quest’ultima si impegnava per il recupero degli spazi tra via Belvedere e via Mammolabella, quelli che si affacciano sul giardino interno, per destinarli ad uffici direzionali dell’ASUR.
L’unica verità è che mentre il Comune di Pesaro ha rispettato gli accordi, invece Regione e AST, come ha dovuto ammettere lo stesso Assessore Aguzzi, non hanno ancora fatto nulla. Chiedo alla Giunta Acquaroli di dare immediatamente risposte sul trasferimento del centro “Il Gabbiano”, per cui il Comune ha già avanzato delle proposte».
L’Ast Pesaro Urbino precisa: «La manifestazione di interesse indetta dall’Ast lo scorso anno, insieme al trasferimento della Cittadella Della Salute, è andata deserta. Per questo, nel corso di questi mesi, si sono tenuti diversi incontri con il comune di Pesaro per cercare una collocazione che garantisca ai pazienti la qualità dei servizi.
Proprio in vista dell’avvio dei lavori per la riqualificazione del San Benedetto, il Comune, non avendo trovato alcuna disponibilità, ha richiesto un nuovo incontro con l’Ast, riunione accordata ma poi disertata dagli assessori comunali. Nei precedenti incontri avuti, l’unica soluzione prospettata dal Comune, è stata quella relativa ad un immobile a Pesaro, attualmente ospitante il Centro diurno la Fenice per il recupero dei tossico dipendenti. Edificio che il Comune ha proposto anche come luogo per la realizzazione del Centro per l’autismo e che, comunque per far posto al Gabbiano, vedrebbe traslocare la Fenice.
A seguito delle verifiche tecniche, inoltre, l’immobile, composto da un piano superiore, non ha i requisiti minimi di autorizzazione, mancando sia di un ascensore e che delle vie di fuga, due caratteristiche indispensabili per la degenza dei pazienti. L’Ast resta a disposizione, come abbiamo fatto in questi mesi, per cercare soluzioni che siano condivise con i familiari e che riescano a garantire la qualità dei servizi per gli utenti stessi nel rispetto dei requisiti e delle normative vigenti».