PESARO – Impianto di gas liquefatto, il Comitato Pesaro No Gnl fa sapere che il piano di sicurezza presentato dai proponenti non ha convinto i vigili del fuoco, che ne hanno ufficialmente bloccato l’autorizzazione. Un atto importante che getta nuova luce sull’intero iter amministrativo e sulla necessità di un riesame profondo dell’impatto ambientale, sanitario e sociale dell’opera.
Il tema è l’ipotesi impianto liquefazione del gas. Il caso è balzato recentemente alle cronache scatenando reazioni delle associazioni e della politica. Non solo l’esposto, ma anche il ricorso al Tar.
«Un passo fondamentale è stato compiuto – dichiarano Roberto Malini e Lisetta Sperindei, portavoce del Comitato Pesaro: No Gnl – ma vi è ancora un tratto di strada decisivo da percorrere. Partendo da gennaio 2025, abbiamo inviato appelli dettagliati e argomentati, basati su solidi rilievi tecnici, giuridici, sanitari e logistici non solo ai vigili del fuoco – che ringraziamo per la professionalità e il coraggio istituzionale – ma anche all’Arpam, all’Ast, nonché a tutti gli enti coinvolti nella Valutazione di Impatto Ambientale positiva emessa dal Ministero dell’Ambiente».
Lo stop alla procedura autorizzativa al piano della Fox da parte dei comitato tecnico regionale dei vigili del fuoco ha ufficialmente riaperto la questione, e riacceso la mobilitazione contraria, della riconversione del sito in un impianto per la liquefazione del gas metano. Questa mattina (9 giugno) il comitato Pesaro No Gnl terrà un incontro con i responsabili e i tecnici dell’Arpam e dell’Azienda sanitaria territoriale, ai quali verrà consegnata tutta la documentazione sul caso Fox.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha chiesto formalmente al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica di fornire, entro venti giorni, una relazione completa e documentata sul progetto del maxi-impianto nel quartiere Tombaccia. Una richiesta che scaturisce direttamente dal ricorso straordinario al Presidente della Repubblica presentato dall’associazione “Iniziativa per l’Europa e per l’ambiente”, promotrice dell’azione legale, di cui Gianluca Carrabs è vicepresidente. «Tutta l’attività politica che avevamo fatto con l’interrogazione parlamentare dell’onorevole Zanella, e quella giudiziaria, con il ricorso, sta dando i suoi frutti – dice Carrabs – nell’interrogazione avevamo evidenziato che l’autorizzazione ambientale era carente dei pareri vincolanti, tra cui quello dei vigili del fuoco. E ora questa bocciatura conferma che avevamo ragione. Dall’altra parte mancava il parere dell’Autorità di bacino per l’assetto idrogeologico. L’iter non è concluso, lo sarà quando il Ministero bloccherà tutta l’operazione. In alternativa, lo farà il Presidente della Repubblica con il nostro ricorso».