Ancona, sempre più negozi chiusi in centro
Ancona-Osimo

Ancona, sempre più negozi chiusi in centro, ma c’è anche chi va in controtendenza

La palma della desertificazione va a via degli Orefici: in cinquanta metri ci sono ben sette vetrine spente o con il cartello "affittasi"

"Vendesi" in via Gramsci, ad Ancona

ANCONA – In centro ad Ancona sfilano i negozi sfitti, le saracinesche abbassate, i cartelli con scritto “affittasi” o “vendesi“. Sempre di più, in costante aumento negli anni. C’è il turnover fisiologico, certo, e al negozio che ha chiuso i battenti non sempre ci si fa caso, magari con lo sguardo rivolto altrove, alle luci e alla merce esposta nelle altre vetrine. Ma la situazione è grave. Sono pochi in corso Amendola, ma crescono in modo esponenziale intorno a corso Garibaldi. In via Orefici, una delle strade più suggestive del centro storico dorico, addirittura sette nel giro di cinquanta metri, altri in via lata, verso corso Garibaldi, e poi la sfilata tra corso Mazzini, la Galleria Dorica e lo stesso corso principale anconetano. Non ne beneficia il decoro, alcuni specie in corso Mazzini sembrano in stato di semiabbandono, l’amministrazione comunale sta attendendo di dare il via al restyling di corso Garibaldi e vie limitrofe, magari servirà per attirare più persone verso il centro cittadino. Ma i numeri sono inesorabili, le statistiche di Confcommercio pubblicate negli ultimi anni parlano di una complessiva desertificazione commerciale dei centri storici, soprattutto legata al commercio più tradizionale, in controtendenza i negozi di servizi e tecnologia, come farmacie, computer e telefonia, ma anche e soprattutto le attività legate alla ricezione e alla ristorazione. Una crescita che però non compensa il calo di settori come libri, giocattoli, mobili, e abbigliamento.

Ad Ancona ha chiuso anche il negozio della Champion

In centro c’è chi si lamenta e fotografa la situazione in un attimo: «Ci sono sempre meno negozi – racconta Sergio Bellesi di Galleria Papier in via Orefici –, la gente è poco interessata a venire nel centro storico, inoltre c’è crisi, le persone hanno meno soldi da spendere. E quindi si chiude. So bene come sono cambiate le cose nel tempo, sono qui da 43 anni». Sulla medesima lunghezza d’onda Giovanni Rosolani del Buddha Bar di via Gramsci: «A fine giugno chiudo, è il risultato del lavoro che sta calando un po’ ovunque. Ci sono molti locali che chiuderanno, basta vedere cosa succede in via degli Orefici. Non è solo colpa degli affitti elevati, ma anche dell’interesse degli anconetani che sta calando, non ci sono iniziative per far ripartire questa città, e non bastano i pochi turisti. Tra venti giorni o un mese la gente andrà verso il mare, la città offre troppo poco».

In compenso c’è anche chi ci crede, chi investe, chi resiste, chi magari ha trovato la formula giusta per far fronte alla desertificazione con idee nuove. Ma come recita la statistica di Confcommercio, sono attività legate alla ristorazione. C’è Dorian Dosku, che ha aperto un bar declinato alla greca sotto alla Galleria Dorica: «Ho visto sempre questo locale chiuso, negli anni, così ho deciso di aprire il bar con cucina greca e nell’angolo qui vicino aprirò altro. Di cosa si tratta? L’inaugurazione è prevista a settembre, per questo preferisco mantenere ancora il silenzio. Così daremo ulteriore valore a questa galleria, molto bella, peccato che negli anni sia stata un po’ abbandonata». E c’è Gabriele Battistoni che con la moglie Elisabetta Pincini prima ha aperto Zucchero a velò in via Torresi poi ZavLab in via Martiri della Resistenza e infine Hummus in via degli Orefici. Un altro che va controcorrente: «Non credo di essere in controtendenza, semplicemente ci abbiamo provato. Facendo la strada inversa ad altri, dal Piano al centro, e privilegiando non le solite traiettorie commerciali. Per noi conta soprattutto l’idea, la mission. Ma la situazione attuale non è rosea per nessuno e io la formula vincente non ce l’ho».