ANCONA – Non è purtroppo iniziata con le migliori aspettative la nuova campagna di raccolta del grano duro, produzione simbolo della regione con oltre 120 mila ettari coltivati, pari a circa il 50% della propria superficie agricola destinata a seminativi.
Dopo una settimana dall’ingresso delle prime mietitrebbie nei campi, pur non potendo ancora fornire dei dati complessivi, è già evidente una tendenza non certamente eccelsa. Lo evidenzia Confagricoltura Marche, l’associazione a cui fanno riferimento le maggiori aziende produttrici del territorio che contribuiscono a fare della nostra regione un punto di riferimento in Italia con circa il 10% delle 4,5 milioni di tonnellate prodotte in tutto il territorio nazionale.
«Le produzioni – evidenzia il direttore regionale di Confagricoltura, Alessandro Alessandrini – non possono certo dirsi incredibili in termini di quantità, si parla di un calo generalizzato del 15/20%, pur non essendo rare situazioni con rese superiori alle 5 tonnellate ad ettaro». Complice la grande umidità e le abbondantissime piogge, la spiga non sempre risulta essere completamente matura.
«Relativamente alla qualità – aggiunge Alessandrini – risultano essere buone le proteine, grazie anche alla grande esperienza acquisita dagli agricoltori marchigiani che sanno esaltare le caratteristiche di questo cereale destinato all’industria della pasta, ma anche a tanti pastifici artigianali. Ovviamente la campagna è ancora lunga ed i report fino ad ora raccolti riguardano spesso cereale seminato su sodo o precocemente. Interessanti, invece, saranno le rese di quei grani più tardivi che potrebbero aver affrontato la stagione in modo differente e con esiti, sia in termini di quantità che di qualità, ancora migliori».