Macerata

Chiusura del punto nascite a San Severino, il sindaco: «Ricorreremo al Consiglio di Stato»

Il Tar ha respinto i ricorsi presentati dall'amministrazione e dal Comitato cittadino per annullare la decisione dell'Asur del 2016: «La chiusura resta una grave ingiustizia»

L'ospedale di San Severino Marche

SAN SEVERINO – «La battaglia che l’amministrazione comunale ha deciso di intraprendere contro la decisione di chiudere il punto nascite all’ospedale civile Bartolomeo Eustachio andrà avanti. Non ci faremo certo intimidire dalla decisione assunta dal Tar». Le parole ferme, decise, sono quelle del sindaco Rosa Piermattei dopo che il Tar ha respinto i ricorsi del Comune e del Comitato cittadino istituito per la difesa dell’ospedale per l’annullamento delle determine con cui l’Asur regionale, nel marzo del 2016, ha bloccato di fatto l’attività del reparto, uno dei fiori all’occhiello della sanità maceratese. Da allora diverse sono state le “battaglie” portate avanti per cercare di ripristinare il servizio e, come spiega ancora il sindaco, altre ce ne saranno, anche davanti al Consiglio di Stato.

«La chiusura del Punto nascite è stata, e resta, una grave ingiustizia verso il diritto alla salute dei cittadini settempedani. Il nostro ospedale è stato per anni e anni un’eccellenza anche per quanto riguarda le questioni materno-infantili – continua il sindaco -. Nonostante, al momento della decisione assunta dalla Regione, da noi si registrassero oltre 500 parti annui, abbiamo dovuto assistere, impotenti, a un taglio netto frutto di una riorganizzazione assurda dettata da una volontà politica che, lo hanno dimostrato i fatti in questi anni, avrebbe inevitabilmente creato solo disagi a persone, come le partorienti e le famiglie, che andrebbero considerate anzitutto come pazienti e non come numeri. I giudici parlano di un percorso graduale che avrebbe portato a quella decisione per loro inevitabile senza rendersi conto che proprio quel percorso, invece, ha creato le insormontabili difficoltà che registriamo oggi con mamme costrette alla diaspora per partorire, con servizi inesistenti prima e dopo il parto stesso».

Quindi l’amministrazione non si ferma. «Passeremo dal Consiglio di Stato e, se sarà necessario, andremo anche oltre – conclude Piermattei -. L’amministrazione comunale farà valere i diritti dei settempedani in tutte le sedi e questo, lo posso assicurare, varrà sia per il Punto nascite sia per tutti gli altri servizi attivi, o momentaneamente sospesi, nel nostro ospedale. Più e più volte abbiamo dimostrato come serva una sanità di prossimità, soprattutto nelle nostre zone dell’entroterra. Su questa nostra convinzione non arretreremo di un passo».

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