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Vela, l’anconetana Claudia Rossi punta al Mondiale di Melges 32 con Petite Terrible

Dal doppio offshore al Nastro Rosa Tour al Mondiale di Melges 32 sull'Enfant Terrible timonato dal padre Alberto: la pluricampionessa europea racconta il 2022 e programma il suo futuro

Claudia Rossi al timone

ANCONA – La pluricampionessa europea di J/70, l’anconetana Claudia Rossi, programma già il 2023. Racconta il suo anno positivo, l’armatrice e timoniera di Petite Terrible, un anno in cui in barca a vela ha sperimentato anche qualche interessante novità, come partecipare al Mondiale di Melges 32 nell’equipaggio di suo padre Alberto, giunto secondo nella manifestazione velica iridata che si è svolta lo scorso settembre a Puntaldia, in Sardegna. Prima volta per Alberto in un campionato mondiale con il Melges 32 e prima anche per Claudia, che in quell’occasione ha ceduto il timone al padre per osservarlo da vicino portando il suo contributo in un altro ruolo.

Claudia Rossi, che 2022 è stato?
«Un anno estremamente positivo, mi sono messa in gioco entrando nel mondo della vela come professionista, sia come velista che come allenatrice ed è stata una sfida che ho affrontato nel modo giusto e che mi ha portato grandi soddisfazioni».

Emozioni più forti al Nastro Rosa Tour oppure al mondiale di Melges 32 con papà?
«Sono state emozioni diverse, al Nastro Rosa Tour con uno sforzo e un sacrificio molto grande abbiamo chiuso l’ultima tappa con un secondo posto che è stato il più bello di tutti. Nello stesso tempo regatare al mondiale con papà per me era la prima volta, non sapevo calibrare bene le emozioni ed è stato bellissimo vederlo battagliare ed essere parte del suo equipaggio»

Cos’ha imparato da quell’esperienza?
«Sicuramente a vivermi la regata da un altro punto di vista. Quando sei al timone ti dissoci da tutto perché hai tu un mano la barca. Ma quando sei in altri ruoli è bello capire che ognuno può fare la sua piccola differenza, dando un contributo fondamentale per la riuscita delle manovre. Ho imparato una cosa che mi insegna mio padre da tutta la vita, cioè che non ci si deve mai arrendere, che anche quando le cose sembrano difficili da raggiungere c’è sempre una speranza».

Che mondiale è stato, per lei?
«Un mondiale particolare, perché non avevo mai regatato in quella classe, con mio padre e in un altro ruolo che non sia quello del timoniere. Quando timoni le emozioni sono sempre più forti rispetto a qualsiasi altro ruolo».

E con il J/70?
«Nel 2022 non ho regatato con il J/70, ma mi sono dedicata a fare l’allenatore. Ho fatto diversi training camp in Nord Europa, molto soddisfacenti come quello di Copenhagen in cui c’erano 125 iscritti per complessive 25 barche, così mi sono avvicinata al J/70 da un’altra prospettiva, una bellissima scelta perché se all’inizio nutrivo qualche dubbio poi, invece, mi sono trovata molto bene nel ruolo di allenatrice. Infatti anche nel 2023 proseguirò con i training camp».

Qual è l’imbarcazione con cui preferisce regatare?
«Il J/70, senza ombra di dubbio, forse perché ho un legame particolare con quella classe. Vincere anche solo un campionato italiano, in J/70, vuol dire che sei forte».

E le classi olimpiche?
«Quella che avevo selezionato (il doppio offshore misto, estenuante regata d’altura, ndr) è stata rimossa dalle prossime Olimpiadi. Dicono che vorrebbero riproporla per le prossime, ma l’innamoramento un po’ se n’è andato, anche perché ormai ho trent’anni e le scelte sono mirate e diverse rispetto a quelle che facevo qualche anno fa».

Dunque quali sono gli obiettivi per il 2023?
«Ricomincerò a navigare con il team Petite Terrible ma stavolta con il Melges 32. Abbiamo una stagione composta da quattro eventi, di cui uno è il campionato mondiale, che rappresenta l’obiettivo dell’anno. Poi pochi giorni fa mi hanno proposto di partecipare ad alcune tappe della Volvo Ocean Race, il giro del mondo che dura sei mesi su barche monotipo che il prossimo anno arriverà con l’ultima tappa a Genova. Stanno cercando di fare un team italiano o parzialmente italiano e mi hanno chiamato, ma per la prima tappa si trattava di partire tra cinque giorni e andare ad Alicante, dove il giro parte il 15 gennaio. Così ho accettato di partecipare ad altre due tappe, che si svolgeranno a giugno, una di 2500 miglia e una di mille. E poi proseguirò con i training camp di J/70, ho già confermato quelli di Stoccolma, Copenhagen e quello in Austria, e mi sto organizzando per altri sempre al nord, da aprile in poi».

Primo appuntamento della stagione?
«Quello del 21-23 aprile a Puntaldia, con il Melges 32, prima tappa del circuito».

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