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A capofitto disteso sullo skate, lo jesino Roberto Marasca è vice Campione del Mondo di Streetluge

Argento al ritorno in gara dopo 10 anni, «una emozione unica». Con lui in Argentina Federico Barboni, jesino vice responsabile della commissione skateboard della Fisr. Sono stati pionieri in Italia di uno sport ora olimpico

Roberto Marasca in gara in Argentina

JESI – Giù per pendenze dal 15% al 20%, oltrepassando anche i cento chilometri all’ora, sdraiati su di una “slitta da strada”. Ovvero una particolare tavola da skate, dove ci si distende con i piedi davanti e il capo rialzato su un poggiatesta per vedere la strada. Fiondandosi giù. È la specialità dello Streetluge. E uno jesino, Roberto Marasca, 39 anni, vi si è da poco laureato, in Argentina, vice Campione del Mondo. Tornando in pista a gareggiare a dieci di distanza dall’ultima volta. «Una emozione unica, in gara e fuori – racconta la medaglia d’argento – dove dire che puntavo al podio e mi ero allenato per ottenere il migliore risultato possibile. Ma è chiaro che, fino a che non sei in corsa, è difficile dire come andrà».

Roberto Marasca, primo da destra, e Federico Barboni, terzo, festeggiano il risultato in Argentina

In Argentina, dove per il World Champioship che comprendeva anche la specialità Downhill sono arrivati in 192 da 16 Paesi e in particolare 40 atleti per gareggiare nello Streetluge, davanti a Roberto Marasca è arrivato solo lo statunitense Ryan Farmer. Che d’altra parte conosce bene anche la terra da cui viene il vice Campione, dato che nel 2017 da queste parti aveva vinto la Verdicchio Race. Ovvero la manifestazione che gli jesini Marasca e Federico Barboni, 37 anni, pionieri della disciplina in Italia, hanno inventato e organizzato a Poggio Cupro, dopo aver fondato nel 2007 l’associazione dilettantistica Teamflat, per diverse edizioni.

In Argentina per il World Championship c’erano entrambi: Marasca di nuovo in pista e Barboni in qualità di vice responsabile della commissione skateboard della Fisr, la federazione italiana degli sport sulle rotelle. Perché lo skateboard è da qualche anno a tutti gli effetti specialità olimpica ed anche questo ha convinto Marasca a rimettersi in gioco.

«Ora c’è una Federazione che ci segue, è attenta, ci dà visibilità e sostegno. Ed è questo che mi ha spinto a riprendere, in una disciplina che sono stato il secondo in Italia ad affrontare nel 1999. Ed in cui ho fatto tutto, dall’atleta all’organizzatore di eventi. Ho preparato il ritorno in gara in tre mesi, con preparazione fisica tutti i giorni e su strada il più possibile. Ed ho visto che rispondevo bene. L’esperienza, nel gestire un impegno sui tre giorni fra qualifiche e gara, mi ha dato una mano importante. In una gara che è stata davvero “tosta”». E non finisce qui, anche perché i Mondiali del 2024 si terranno in Italia.

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