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Rugby Jesi, c’è Matteo Albani per ripartire: «German Greco l’allenatore giusto per riuscirci al meglio»

Parla la colonna e trascinatore della Seniores jesina: «Finalmente sembra sia la volta buona per ricominciare. Sacrificio e fatica sempre ripagati dai risultati la ricetta di Greco, c’è da dare il massimo se si vuole una maglia»

Matteo Albani in azione

JESI – «Finalmente sembra sia la volta buona. Le indicazioni che abbiamo sono confortanti, si riprende a giocare. Niente più allenamenti senza poter dimostrare poi in campo quello che valiamo». Così Matteo Albani, colonna e trascinatore del Rugby Jesi ’70 al lavoro per la nuova stagione.

Alla guida del gruppo un nuovo tecnico che è però una consolidata conoscenza, German Greco. «Lo conosco bene, quando sono entrato per la prima volta in prima squadra, maggiorenne da poco, ad allenarla c’era lui – rammenta Albani- ne ho un buonissimo ricordo. Un ottimo allenatore, oltre che dal punto di vista tecnico, dove pure in questi anni ha ampliato le sue conoscenze lavorando in altre squadre e anche in Inghilterra, pure per la serietà, la passione e nella gestione della squadra. Si pone sempre nella maniera in cui deve farlo un allenatore: mantiene con tutti un rapporto amichevole ma allo stesso tempo distaccato e d’autorità, come è giusto che sia. Tanto più in questa situazione, in cui c’è da riprendere il filo dopo un anno e mezzo così particolare. È proprio la persona giusta per ripartire».

Rugby Jesi ’70

Spiega Albani: «Me li ricordo bene i suoi allenamenti: tanto sacrificio, tanto fatica ma sempre ripagati dai risultati. Cose semplici ma fatte bene, con fatica e sudore».

Il gruppo, fra certezze di sempre e giovani emergenti, si riconsolida. «Fortunatamente sia i giovani che sono già in prima squadra sia quelli che sono in Under 19 hanno molta voglia di fare e di crescere. E questo è molto stimolante anche per noi più grandi, specie dopo questo lungo periodo che abbiamo alle spalle. D’altro canto è importante da parte nostra aggiungere quella esperienza che serve in una stagione, in campo e nello spogliatoio. Ne esce fuori un buon gruppo, in cui tutti sono chiamati a dare il meglio per riprendersi una maglia, o la domenica si rischia di restare seduti a guardare».

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