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Pallavolo, tra gli arbitri Brunelli sogna di arrivare al vertice

Premiato come miglior arbitro della serie A2 femminile, il 30enne fischietto di Falconara sogna di diventare uno dei top. Intanto mette nel mirino la SuperLega “Mi impegnerò al massimo”

Michele Brunelli, miglior arbitro di volley A2 Femminile

ANCONA – «Avevo 15 anni quando cominciai a dirigere le partite per conto della società nella quale militavo da giocatore, poi nel 2008 ho fatto il corso arbitri spinto da Cesare Cecchetti e, da allora, la passione per il fischietto è cresciuta anno per anno».

Ecco come Michele Brunelli, arbitro di volley e di beach volley, sintetizza la sua storia di direttore di gara. La passione per la pallavolo si incrocia anche con gli aspetti professionali di questo perito informatico, aspirante ingegnere, grazie al lavoro in Data Project, l’azienda bolognese oggi controllata da una multinazionale inglese, che ha sviluppato lo strumento del video-check, il supporto elettronico che consente agli allenatori di verificare, con l’ausilio delle immagini rallentate, la bontà delle decisioni proprio degli arbitri.

C’è qualcosa nella tua vita in cui non c’entri la pallavolo?

«In effetti negli ultimi 5-6 anni tutto ruota intorno a questa grandissima passione che vivo con grande divertimento e curiosità. Diversamente sarebbe difficile». Ce lo dice al telefono mentre è in atto una sessione di test per nuove funzionalità del video-check che ha praticamente azzerato o comunque limitato l’errore umano da parte dell’arbitro. A riguardo racconta: «Mi piace l’idea di contribuire a limitare l’errore nelle nostre decisioni».

Dopo il Covid torna il tifo del pubblico nei palas. “L’ambiente” grazie al video-check quindi non condiziona più la direzione di gara di un arbitro?

«Non so se l’ambiente possa dirsi un fattore condizionante. Personalmente sono talmente concentrato sul gioco che tendo ad estraniarmi dal contesto badando solo al lavoro di squadra con il collega che dirige con me la partita».

Brunelli non ha ancora esordito in SuperLega ma l’occasione potrebbe arrivare forse già in questa stagione e il trofeo di miglior arbitro della scorsa serie A2 Femminile ha confermato le qualità e il talento del fischietto falconarese.

Anche un arbitro si prepara come fanno gli atleti?

«Nel momento in cui arriva la designazione, circa 10 giorni prima dell’incontro, si controlla la classifica, si vedono alcuni video delle squadre che scenderanno in campo anche per valutare le situazioni eventualmente discrezionali. Quindi sostanzialmente sì. Ci prepariamo e valutiamo poi il nostro operato dopo la partita anche con l’ausilio della commissione arbitrale che è tenuta ad analizzare la nostra direzione o, direttamente sul campo dopo la partita, con il supervisor che assiste dal vivo all’incontro».

Com’è la giornata di un arbitro che deve dirigere una partita?

«Più si sale di livello e più ovviamente i dettagli vengono curati con attenzione. Si cerca di arrivare al palasport ben prima dei 90 minuti dall’inizio della partita imposti dal regolamento, valutando il viaggio, le condizioni meteo e ogni variabile. Poi una volta giunti a destinazione comincia la fase di concentrazione che io curo anche con l’ausilio di un po’ di musica».

Hai vissuto le Olimpiadi da tecnico di Data Project: conti di arrivarci da arbitro?

«Ovviamente è un grande sogno. Come per un giocatore e per un allenatore così anche per noi arbitri quella è la massima aspirazione ma è un sogno che solo pochi, i migliori, riescono a realizzare anche perché la concorrenza è ampia oltre che molto qualificata». Le Marche sono ormai da 40 anni al vertice tra i fischietti.

Come hai accolto la vittoria degli Europei maschili e femminili?

«Mi piace raccontare questo episodio. La semifinale della Nazionale di De Giorgi si è giocata mentre eravamo in ritiro a Chianciano Terme, giorno in cui ho ricevuto il premio, e con tutti i colleghi abbiamo fatto un gran tifo per l’Italia proprio come gli sportivi a casa. Sicuramente è un grande orgoglio per chi ama questo sport e una grande vetrina per tutto il movimento italiano: una doppietta storica».

Come vedi il tuo futuro?

«Mi piace quello che faccio e, pur essendo molto esigente con me stesso, sento viva una grandissima passione per la pallavolo e intendo continuare a impegnarmi al massimo per fare sempre del mio meglio».

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