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Sergio Romani. Il ricordo indelebile degli amici di campo

La scomparsa del direttore sportivo della Nuova Folgore, storica società anconetana, ha lasciato tanto sgomento in città. Romani aveva collaborato con tantissimi addetti ai lavori in questi anni facendosi voler bene da tutti. Questo il ricordo di Massimo Gambini e Filippo Gasparrini

Sergio Romani
Sergio Romani

ANCONA- Sono giorni duri per il calcio dilettantistico, e lo sport in generale, anconetano. La morte di Sergio Romani, direttore sportivo della Nuova Folgore, ha lasciato in tanti nello sgomento proprio perchè si trattava di un professionista serio e di una persona stimata e ben voluta da tutti. Con il suo modo di fare schietto, sincero e senza secondi fini si era ritagliato un posto importante tra gli addetti ai lavori e non solo che oggi, indistintamente, piangono la sua scomparsa. Tristezza soprattutto all’interno Nuova Folgore, la storica società anconetana con sede a Vallemiano, che insieme ad altri aveva contribuito a rendere una stupenda creatura a livello giovanile e di prima squadra:

«Conoscevo Sergio da tanto tempo – racconta il segretario della stessa società Massimo Gambini – Abbiamo iniziato con il calcio, i nostri figli giocavano assieme e fuori ci frequentavamo anche con le famiglie. Abbiamo condiviso gioie e dolori, divertendoci sempre. La vittoria del campionato allievi, i tornei internazionali e proprio a una gita a Parigi, ho legato il più bell’aneddoto. Eravamo insieme a Disneyland, avevamo due dirigenti che mangiavano molto e lui è venuto incontro al gruppo dicendo che questi erano stati arrestati per aver mangiato anche i tre porcellini. Non vi dico le risate. Voglio ricordarlo così, ciao Sergio amico mio».

Sulla stessa linea anche Filippo Gasparrini giocatore, ex allenatore della prima squadra e tecnico delle formazioni giovanili: «Lo ricordo come una di quelle persone che nello sport in generale, e nel calcio in particolare, fanno bene a tutti. Sapeva stimolare e motivare nel modo giusto e con le esatte parole. Per via della malattia della moglie (scomparsa qualche mese fa nda) si era allontanato negli ultimi tempi e anche le prestazioni della squadra ne avevano risentito. La sua assenza è risultata fondamentale anche per il rendimento, tanto era importante per noi. Una perdita immensa. Quello che mi mancherà più di tutti è il continuo confronto settimanale che avevamo. Volevo smettere mi ha spinto a ricominciare con più entusiasmo di prima. Non posso che ringraziarlo e dirgli che sarà sempre nel mio cuore».

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