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Lucia Morico: «Ai ragazzi dico di allenarsi divertendosi»

L'atleta marchigiana, nata a Fano, campionessa europea di Judo e bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004, è una delle ambasciatrici dello sport azzurro in questa edizione del Trofeo Coni dove ha incontrato tanti giovani talenti

Lucia Morico insieme a Matteo Marconcini

SENIGALLIA – Le gare si susseguono senza sosta in questo Trofeo Coni Kinder + Sport tutto marchigiano ed insieme ai piccoli atleti, impegnati nelle gare, sono arrivati tanti campioni che hanno già raggiunto traguardi sportivi davvero eccezionali.

Tra loro abbiamo incontrato Lucia Morico durante le gare, campionessa europea di Judo e bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Tra i tanti ambasciatori dello sport azzurro, Lucia, ha un valore particolare per noi e soprattutto per questa manifestazione essendo marchigiana doc. Originaria di Fano, conosce molto bene la nostra realtà sportiva e con noi di Centro Pagina ha scambiato qualche battuta su questo Trofeo davvero ricco di emozioni.

Lucia, che sensazioni provi in mezzo a tutti questi talenti?
«Credo sia il massimo avere una mini Olimpiade a casa propria: è davvero bellissimo per me, è un po’ come un ritorno alle origini, i ragazzi che si esibiscono, ex compagni di Nazionale qui a dar loro consigli, tutto ciò è davvero straordinario».

Per tutti loro è una gran bella occasione…
«Una di quelle esperienze che difficilmente dimentichi, quando avevo la loro età, per esempio, eventi di questa portata non erano così frequenti».

E soprattutto avere la possibilità di confrontarsi con voi?
«Probabilmente non tutti questi ragazzi hanno realizzato dove si trovano, avere la possibilità di scambiare due parole o chiedere un consiglio ad un atleta come Marconcini piuttosto che esibirsi con lui sul tatami è un grande privilegio. Il tempo permetterà loro di rendersene conto: è come se ad un piccolo calciatore gli si facesse incontro Totti, con la differenza che noi siamo un po’ più accessibili».

Tra autografi e chiacchierate tantissimi ragazzi ti cercano, quali consigli stai dando?
«La cosa importante è che siano loro a chiederti dei consigli, personalmente cerco solo di riportare la mia esperienza sportiva, cercando di non essere banale, piuttosto provo ad entrare in empatia».

Sarà molto dura per loro arrivare a certi livelli in una disciplina così difficile?
«Se sono arrivati sin qui, vuol dire che hanno già passato una selezione ed i presupposti sono ottimi, l’importante è non perdere mai di vista l’aspetto cruciale: il divertimento. Al di là di tutto bisogna divertirsi qualunque sia la propria disciplina, nel momento in cui si coglie che la strada è percorribile serve tanta determinazione».

 

 

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