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Lorenzo Pansa, coach della Ristopro Fabriano: «Caro basket, tira una riga prima di ripartire»

Il tecnico biancoblù dopo l’imminente interruzione dei campionati: «Un’occasione per verificare quali squadre possono stare a certi livelli e per trovare soluzioni lì dove il sistema pallacanestro si sta rivelando inadeguato»

Lorenzo Pansa, allenatore della Ristopro Fabriano, in una emblematica immagine di repertorio (foto di Marco Teatini)

FABRIANO – Manca solo l’ufficialità, ma sostanzialmente il campionato di basket di serie B può considerarsi definitivamente interrotto in seguito alla reale (e non a breve risolvibile) emergenza Coronavirus. Non ci saranno vincitori né vinti, quindi né promozioni né retrocessioni.

«La salute di tutti è prioritaria – a parlare è il coach della Ristopro Fabriano, Lorenzo Pansa – però avrei avuto un pochino più pazienza prima di annullare la stagione. In questo modo sono state sottovalutate alcune questioni delicate come le sponsorizzazioni, gli abbonamenti, i contratti di giocatori e allenatori. Avrei atteso di vedere, insomma, se sarebbe stato possibile tornare alla normalità, magari a giugno, con un format diverso».

La sua Ristopro vede calare il sipario da prima in classifica con 38 punti, seppur con una partita in più della Tramec Cento, numeri che probabilmente scompariranno anche dagli annali e di cui resteranno solo i ricordi. «Stavamo costruendo qualcosa di importante – prosegue Pansa – con il gruppo di persone migliore che abbia mai allenato in vita mia e un pubblico con cui si era instaurato un rapporto speciale. Speriamo almeno che venga preso un considerazione un modo per rendere merito alle società virtuose, altrimenti chi ha investito lo ha fatto a vuoto».

Se le cose sul fronte Coronavirus miglioreranno, almeno la Final Eight di Coppa Italia (per la quale la Ristopro si è qualificata) si giocherà, a settembre. «È un evento importante per la Lega e capisco la volontà di provare a disputarla, ma è comunque qualcosa di secondo piano rispetto a tutto il resto – dice Pansa – e penso che ci saranno giocatori diversi da quelli che avrebbero dovuto disputarla a marzo, probabilmente anche qualche squadra diversa».

Il tecnico fabrianese, ora che i campionati sono stati fermati, pone invece l’accento su alcune questioni deflagrate proprio in occasione di questa emergenza nazionale, in cui nel sistema pallacanestro sono venute a galla diverse inadeguatezze.

«Dilettanti? solo di nome». Il primo punto posto in risalto da Pansa è quello del dilettantismo e delle scarse tutele a livello economico per i tecnici e i giocatori. «Ufficialmente, dalla serie A2 compresa in giù siamo tutti dilettanti – dice l’allenatore della Ristopro – ma dilettanti solo nel nome, perché quasi tutti noi con questo gioco manteniamo noi stessi e le nostre famiglie, è la nostra professione. Di fronte allo stop del campionato, però, è emerso che non abbiamo nessuna tutela». Ergo, potrebbe essere l’occasione per disciplinare una volta per tutte questo tipo di rapporti di lavoro.

«Selezionare le squadre». Sono troppe (17 in serie A, 28 in serie A2, 63 in serie B). O meglio, sono troppe a non avere le potenzialità per il campionato che disputano. E’ la seconda questione su cui pone l’accento coach Pansa. «In questa stagione in cui non ci sono né vincitori né vinti – dice il tecnico piemontese – può essere il momento giusto per andare al di là del diritto sportivo e tirare una riga su chi può stare a un certo livello e chi no, tenendo in considerazione le risorse economiche, il pubblico, la disponibilità di un palasport idoneo, le necessarie potenzialità organizzative. All’interno di uno stesso campionato e di uno stesso girone, infatti, vedo troppe disparità tra alcune squadre ed altre, non a livello tecnico, ma come ho detto di potenzialità e organizzazione. Altrimenti continueremo a trovarci di fronte situazioni in cui ci sono club che riescono a pagare appena tre stipendi… e il motivo non era certo il Coronavirus. Come dicevo, è un momento chiave per il sistema pallacanestro: non essendoci quest’anno vincitori né vinti, è ora di mettete le cose a posto, per poi far tornare a parlare il campo». 

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