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Jean Carletti, un numanese campione italiano assoluto di judo: «Un oro per mia madre, la mia prima tifosa»

A Settimo Torinese il diciannovenne ha superato tutta la concorrenza conquistando il gradino più alto del podio nella categoria -100 kg

Il campione Jean Carletti, a destra, con il tecnico Marco Montanari del Judo Club Camerano

ANCONA – Jean Carletti campione italiano assoluto di judo: i sacrifici e l’impegno del diciannovenne di Marcelli di Numana, cresciuto nel club di Camerano e passato da poco a Napoli, sono stati ripagati. Lo scorso weekend al Pala200 di Settimo Torinese si sono svolti i campionati italiani assoluti di judo e l’atleta del Judo Club Camerano ha conquistato il titolo italiano nella classe dei -100 chilogrammi. Per lui è stato un vero filotto, frutto di una prova impressionante, di una serie di vittorie, alcune fulminanti, che lo hanno proiettato sul gradino più alto del podio. Come quella che gli ha assegnato l’oro, vittoria su Francesco Basso del Centro sportivo Carabinieri. «Sono nato a Kinshasa – racconta Jean, ma da dodici anni sono in Italia, vivo a Marcelli di Numana. A dieci anni ho cominciato il judo al Judo Club di Camerano. Poi lo scorso anno non avevo più atleti della mia categoria di peso con cui allenarmi, così insieme al mio allenatore Marco Montanari ho deciso di trasferirmi a Napoli, e di allenarmi al Nippon Club, ma sono sempre tesserato per Camerano».

Per Jean Carletti è il primo titolo italiano assoluto. E pensare che lo scorso anno aveva provato a tagliare quel traguardo anche la sua ragazza, Arianna Manzoni, senza riuscirci. «Ma era andata male anche a me – prosegue Carletti – anche se negli anni precedenti avevo vinto diversi titoli italiani giovanili, tra i cadetti e gli junior, e avevo vinto anche in Europa». Ma per farcela, a livello assoluto, servono le qualità abbinate all’impegno, alla costanza, alle doti di tenuta mentale, e quelle ha continuato ad coltivarle a Napoli, dove ha costruito il suo successo tricolore. A Settimo Torinese Jean ha coronato i suoi sogni: «Questo titolo è una grandissima soddisfazione, perché c’è dietro un duro lavoro, mi sono impegnato molto». La dedica alla mamma e i meriti condivisi: «Questa medaglia d’oro la dedico a mia madre Irene che è stata la mia prima tifosa e che ha creduto in me quando nessuno lo faceva. Il merito è mio, che ho sempre lavorato tutti i giorni, e di chi mi è stato vicino, dai maestri Enrico, Massimo e Raffaele Parlati del Nippon Club Napoli, a Marco Montanari del Judo Club Camerano, perché è con lui che ho cominciato questo percorso, poi di recente abbiamo dovuto separarci, ma mi ha sempre affiancato».

I prossimi impegni sono ancora da pianificare, intanto la scuola, l’allenamento e i grandi obiettivi: «Sto frequentando il quinto anno di Economia, Finanza e Marketing. Inizialmente studiavo al Savoia Benincasa di Ancona, ma adesso studio privatamente, non riuscivo più a far coincidere scuola e allenamenti. Per il prossimo anno dobbiamo ancora decidere quali saranno gli appuntamenti. Si parla già di gare importanti all’estero, Open e Grand Slam». Con in testa un sogno, quello grande per davvero, quello a cinque cerchi: «Le Olimpiadi? Sì, certo che ci penso. Sono il mio sogno, però per adesso devo restare con i piedi per terra e cercare di puntare a qualcosa di più vicino, come i campionati del mondo (il prossimo maggio a Doha, ndr). Sono quelli la mia priorità»

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