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Il finale di stagione e l’ultima partita della Triestina. Secondo Saba

Era il 1933 quando, in una Trieste che faceva i conti con i danni della guerra, lo scrittore dedicava al gioco del calcio cinque poesie tra cui "Tredicesima partita". Un testo che per i sofferenti dell'ultimo spicchio di campionato, è un inno silenzioso

L’eredità che i campionati sportivi lasciano ai propri fan è l’attesa della ripartenza, la certezza che dopo qualche mese tutto sarà come prima. Prima di questo però c’è ancora il finale di stagione, l’attimo più saliente dell’annata in fase conclusiva. È proprio lì che il tifoso si realizza e tira un delicato e pacato sospiro di sollievo, ovvero qualora fosse andata bene. Mentre in caso contrario lo sguardo si rivolge deluso verso i piedi e le mani si congiungono dietro la nuca. È lo sport, è la sua legge. In Italia nello specifico, l’attività prevalentemente seguita è il calcio, forse lo sport più emozionale e emotivo fra tutti. Proprio ora che le partite giungono al termine, che si tirano le somme e si decidono i verdetti, il tifoso soffre e gioisce, ma soprattutto, si dimostra per quello che il suo cuore tifa. Ed era il 1933 quando nel clima freddo e pungente di una Trieste che faceva i conti con i danni della guerra, Umberto Saba dedicava al gioco del calcio cinque poesie tra cui “Tredicesima partita”. Un testo che sicuramente non sarà ricordato come l’emblema della poetica sabiana, ma per gli sportivi, per i sofferenti dell’ultimo spicchio di campionato, può considerarsi un inno silenzioso.

Umberto Saba

L’ultima partita della Triestina è un aut aut senza mezzi termini: o si vince o si va in serie B. E nel freddo di una campo lontano dal centro della città, dove soffia imperterrito il vento e le luci della giornata calano, ecco che il tifoso vero si siede sugli scomodi gradini della tribuna. La partita dell’ultima spiaggia è per pochi, per coloro che veramente hanno a cuore il proprio orgoglio sportivo e tifano veramente la squadra della città. E nella poesia gli elementi, i leitmotiv sportivi più celebri compaiono sotto forme poetiche di rara bellezza. Lo scorrere con gli occhi gli sviluppi del gioco, la Fortuna che decide le sorti di un tiro o una parata, la solidarietà fra spettatori. Tutto questo ricorda agli appassionati del calcio che il finale di stagione è una delle sofferenze più grandi, ma se la Fortuna aiuta, quel sentimento di angosciosa apprensione può trasformarsi in un piacevole lieto fine.

 

 

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