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Fidal Marche, Scorzoso lascia la carica: «Un lungo periodo di soddisfazioni»

Il presidente uscente ripercorre i suoi tanti anni di presidenza fissando l'accento sulle soddisfazioni raggiunte e su qualche rammarico che porterà con sé

Giuseppe Scorzoso
Giuseppe Scorzoso, presidente uscente Fidal Marche

ANCONA – Tempo di elezioni anche per la Fidal Marche. Domani (sabato 9 gennaio) si rinnoveranno le cariche all’interno del Comitato marchigiano con il presidente uscente Giuseppe Scorzoso che saluta dopo tantissimi anni di presidenza (dal 2012 a oggi e dal 1996 al 2004): «Un lungo periodo ricco di soddisfazioni e già all’inizio di questo mandato avevo scelto che per me sarebbe stato l’ultimo. Il movimento è cresciuto e oltre ai numeri c’è stato un salto di qualità sul piano organizzativo, in particolare per l’intensa attività indoor, ma non solo. Quali iniziative ricordo con maggior piacere? Prima di tutto, la grande importanza che ha sempre avuto il settore tecnico e perciò quello giovanile, che ha consolidato una forte tradizione di risultati e di esperienze. Dalle rappresentative e dai raduni regionali hanno mosso i primi passi i molti atleti marchigiani che poi si sono affermati in campo nazionale e internazionale, grazie anche al lavoro delle società e all’appassionata dedizione di dirigenti e tecnici».

Non manca una battuta anche sul Palaindoor: «Ho avuto la possibilità di vivere la nascita di questa struttura, fin dalla posa della prima pietra. Le Marche sono state protagoniste ai massimi livelli, per l’organizzazione tutti gli anni dei campionati italiani e anche di due edizioni degli Europei master nel 2009 e nel 2016, con il contributo indispensabile dei giudici di gara, per dare ulteriore lustro alla regione. Questo ha favorito anche lo sviluppo di professionalità in diversi settori, dalla segreteria tecnica e informatica alla comunicazione, con giovani che poi hanno avuto ruoli fondamentali in ambito nazionale e voglio ricordare Alessio Giovannini, che ci ha lasciato troppo presto».

E nel bilancio della presidenza non potevano mancare anche i rammarichi: «Certamente, ed è inevitabile. Ad esempio per la scarsa attenzione all’impiantistica da parte di qualche ente locale, ma da un paio di stagioni ci sono segnali di risveglio per riattivare alcune strutture. Credo che il mio impegno sia stato totale e rispettoso dell’autonomia delle singole società, cercando comunque di mantenere il più possibile equilibrio e obiettivi comuni nella regione».

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