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Lorenzo Pansa a 360°: il nuovo coach della Janus Fabriano si racconta

«Passione e ambizione sono i concetti che condivido con la Società, Fabriano è sempre stata la mia prima scelta. Ricevo una eredità importante, l'obiettivo è fare ancora un pò meglio. Sul mercato partiremo con alcuni elementi chiave». La fotogallery della presentazione

FABRIANO – Entusiasmo, partecipazione. Sono i sentimenti percepiti nel giorno della presentazione di Lorenzo Pansa, nuovo allenatore della Janus Fabriano. Un centinaio di appassionati hanno gremito la sala stampa del PalaGuerrieri, curiosi di conoscere il “nocchiero” che guiderà la squadra nei prossimi due anni (che per contratto potrebbero diventare anche tre, quindi un progetto di ampio respiro).

Non è passato un mese dalla fine del campionato, che già la società cartaia ha tracciato la linea del “giorno zero” che apre alla preparazione del prossimo campionato 2019/20 di serie B. Una stagione che, nelle intenzioni del club, dovrebbe rappresentare un ulteriore “step” di crescita sia dal profilo dei risultati che dal punto di vista organizzativo e strutturale. Di tutto questo si è parlato in occasione dell’insediamento di coach Pansa.

«Non lo nascondo, sono emozionato – ha esordito il tecnico piemontese, applaudito all’ingresso in sala stampa –. Mi sento al centro di un progetto importante, di quelli che ad un coach venivano proposti in passato, ma che sono sempre più rari oggi. Per me è un piacere enorme, tutto questo, e spero di ripagare con i risultati la fiducia che mi è stata accordata. Ringrazio tutti per l’affetto dimostrato in questi giorni. Domenica, quando sono arrivato a Fabriano, sul tavolo dell’appartamento mi hanno fatto trovare un ciambellone appena sfornato: sembrerà una cavolata, ma non lo è, sono particolari che ti fanno sentire subito a casa».

Durante la conferenza, durata circa mezzora, sono stati affrontati diversi argomenti. «Perché la scelta di Pansa». Il general manager della Janus Fabriano, Paolo Fantini, ha voluto esordire ricordando il buon lavoro fatto dal tecnico che ha guidato la squadra nella scorsa stagione, Fantozzi. «Alessandro ha raggiunto tutti gli obiettivi che con lui ci eravamo prefissati, la salvezza il primo anno e i playoff nel campionato da poco concluso – dice Fantini –. Tuttavia, la società è chiamata a fare delle scelte e a guardare avanti, in prospettiva. Per cui il profilo di Lorenzo Pansa ci è sembrato quello giusto per centrare gli obiettivi futuri».

«Obiettivi orientati alla creazione di un movimento unico che coinvolga anche il settore giovanile e tutte le altre realtà del basket cittadino, allargando il bacino d’azione e il reclutamento: a breve ufficializzeremo tutto – ha aggiunto il direttore sportivo Simone Lupacchini –. In questo senso Pansa ha le caratteristiche giuste, avendo anche notevole esperienza nel settore giovanile, per fare da punto di riferimento organizzativo di tutto questo progetto. Domenica scorsa è arrivato proprio durante lo splendido evento giovanile “Memorial Matteo Coco” che era in corso al PalaGuerrieri, un happening che ha dimostrato le grandi potenzialità e la passione del basket cittadino, e che nelle intenzioni in futuro dovrà essere sempre più incluso in una progettazione unica. La pallacanestro a Fabriano è stata, è, e vuole continuare ad essere qualcosa di importante, la caratterizza anche a livello sociale, attraversa la città trasversalmente per età ed estrazione di chi segue la squadra: mi auguro pertanto che continui ad essere così, che si remi tutti dalla stessa parte, che sia l’Amministrazione sia le forze economiche locali ci siano vicine».

«Passione e ambizione». Sono le due parole chiave pronunciate da coach Lorenzo Pansa. «Per me sono due concetti fondamentali – ha detto il tecnico nativo di Casale Monferrato – e credo che contraddistinguano anche la Janus. L’ho capito il 30 dicembre, quando, durante il mio “tour da disoccupato”, sono venuto a vedere il derby Fabriano-Senigallia al PalaGuerrieri. E’ stato emozionante, in quella circostanza ho percepito grandi sensazioni. Questo è stato il primo dei due motivi per cui ho scelto Fabriano: passione e ambizione».

«Il secondo motivo». Prima di andare avanti nella conferenza, coach Pansa vuole chiarire un punto che aveva creato qualche discussione sui “social” e tra i tifosi quando è uscita la notizia del suo avvicinamento a Fabriano, quella della “escape” (uscita dal pre-contratto) qualora prima del 25 maggio lo avesse chiamato qualche squadra di categoria superiore. «Se fossi stato un tifoso fabrianese, anch’io mi sarei arrabbiato per questa che poteva sembrare una scelta di ripego – ammette Pansa – ma vi assicuro che la scelta di Fabriano è sempre stata la prima opzione e in tal senso ho iniziato ad orientarmi fin dai primi contatti con i dirigenti. Avrei potuto fare il vice in serie A1 e c’erano in ballo possibilità come capo allenatore in A2, ma Fabriano mi metteva al centro di un importante progetto e questo è il motivo che mi ha sempre spinto a venire qui. E che, pur rimettendoci qualcosa, mi ha indotto a risolvere prima possibile il contratto ancora in essere con Tortona, che sarebbe scaduto il 30 giugno, per anticipare i tempi, firmare con Fabriano e mettermi subito al lavoro».

«Full immersion». Pansa è a Fabriano da domenica 26 maggio e da quel momento si è gettato nella nuova avventura per conoscere tutte le dinamiche interne del club, da cui ripartire. «Faccio casa-palasport e ritorno, ancora non ho avuto tempo nemmeno di fare due passi in centro, ma mi ricordo che era carino, non mancherà modo in futuro – dice il 37enne piemontese. – In questi primi giorni stiamo lavorando sulla struttura organizzativa, ovvero tutto ciò che c’è intorno alla squadra. La Janus, infatti, è un club giovane che ha vissuto una rapidissima scalata ed è importante che si consolidi a livello di struttura: è una cosa in cui credo molto. Vi faccio un esempio: guardate le tre squadre che lo scorso anno solo salite dalla serie B alla serie A2, tutte e tre sono subito retrocesse, dopo un solo anno… L’importanza di creare una struttura robusta è fondamentale se si vuole crescere».

«Mercato? E’ ancora presto». La domanda nasce ovviamente spontanea, la curiosità è quella di sapere quali saranno i giocatori confermati e i volti nuovi. «Tutto rientra in un discorso di logiche di mercato – risponde Pansa: – le risorse della società sono sì buone, ma devono essere fatte quadrare nel migliore dei modi. In questi primi giorni ho iniziato a parlare con alcuni giocatori dello scorso anno. Ma prima di ragionare sulle conferme – che possono essere una, due, tre, quattro o… zero – è importante individuare quelli che saranno i “punti chiave” dell’ossatura della squadra, anche analizzando le lacune che ci sono state nel campionato passato. Quello che posso dire è che proveremo a fare ciò che è necessario per migliorarci ancora un po’. Se poi le decisioni che prenderemo saranno popolari, saremo contenti. Se saranno impopolari… le prenderemo lo stesso, se riterremo che saranno funzionali a raggiungere obiettivi importanti».

«Tortona, esperienza dai due volti». È ancora giovane Lorenzo Pansa, ma, come detto, ha già un notevole bagaglio di esperienza in carriera sia a livello giovanile che senior. L’apice lo ha indubbiamente raggiunto nella stagione 2017/18 alla guida di Tortona. «Ho grande riconoscenza per quella società – racconta Pansa – che mi diede fiducia affidandomi la panchina in serie A2. L’obiettivo era la salvezza, ma strada facendo siamo cresciuti e abbiamo vinto la Coppa Italia, tra l’altro proprio qui vicino a Jesi, stravincendo tutte le partite della Final Eight contro Trieste, Biella e in finale contro Ravenna, poi abbiamo conquistato anche i playoff. Lo scorso anno, invece, siamo partiti con tre sconfitte consecutive, mi era già accaduto in altre circostanze in passato ed avevo avuto modo di far reagire le squadre che allenavo disputando grandi campionati, ma in questo caso Tortona ha deciso di esonerarmi subito, dopo tre partite. Alla fine hanno chiuso al 13° posto in classifica…».

«A Fabriano ricevo una eredità pesante». Per Lorenzo Pansa è giunto, dunque, il momento di guardare avanti. «Vi confesso che sono un po’ emozionato pensando già a quando siederò per la prima volta su quella panchina, occupata in passato da allenatori del calibro di Alberto Bucci e Massimo Mangano, dal coach azzurro Meo Sacchetti anche se per breve tempo, dal professor Guerrieri che ha scritto pagine storiche del basket a Fabriano. E tanti altri… Sento questo senso di responsabilità. Ricevo una eredità pesante, perché Alessandro Fantozzi lo scorso anno ha fatto bene. Evidentemente è destino che io debba prendere il posto di chi ha lavorato bene, mi era già accaduto, e sono sempre riuscito a fare un pochino meglio, spero dunque che questa mia tradizione continui anche qui a Fabriano».

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