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Dorico, nel bando non ci sarà la Giovane Ancona del presidente Franzoni

La società ha fatto un passo indietro nella corsa alla gestione del rinnovato stadio del viale della Vittoria nel capoluogo. Ad ufficializzarlo le parole anche del patron Sergio Schiavoni

Schiavoni Giovane Ancona
Lo staff tecnico e dirigenziale della Giovane Ancona con Sergio Schiavoni

ANCONA- La Giovane Ancona non prenderà parte al bando di gestione per lo stadio Dorico. L’annuncio ufficiale è arrivato direttamente dai canali della società anconetana che, nelle scorse settimane, aveva annunciato la sua volontà di partecipare alla gara per il rinnovato impianto del Viale della Vittoria.

«La decisione è sofferta, ma condivisa con la famiglia Schiavoni e la nostra dirigenza – ha dichiarato il presidente Diego Franzoni – nel caso avessimo vinto il Bando, la clausola che prevede di dover assegnare il 50% della fruizione dell’impianto alla prima squadra della città avrebbe ridotto in maniera eccessiva il tempo a disposizione per gli allenamenti dei nostri baby tesserati. Poter fare l’attività solamente dalle ore 18.30 alle 20.00, dal lunedì al venerdì, sarebbe stata una condizione impraticabile per la Giovane Ancona e i nostri ragazzi. Il nostro primo obiettivo è portare il maggior numero possibile di giovani a giocare, divertirsi e sviluppare il loro potenziale; abbiamo bisogno di poterci concentrare al 100% sulla loro educazione, dentro e fuori dal campo. Riteniamo che la gestione del Dorico, a queste condizioni, non ci permetterebbe di perseguire pienamente questo risultato. Ci auguriamo comunque che al Dorico, ristrutturato con denaro pubblico, avranno accesso e potranno giocare le future generazioni della nostra città».

Ha voluto dire la sua anche il patron onorario Sergio Schiavoni, ex presidente dell’Ancona: «Il nostro obiettivo primario è fornire le strutture più adatte e le migliori possibilità per la crescita umana e sportiva dei nostri ragazzi. Lo stadio simbolo della città rappresenta, per chiunque ne avrà la gestione, un vero onore oltre che una grande responsabilità. E’ proprio per l’interesse superiore dei nostri giovani atleti che rinunciamo a partecipare».

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