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Jesina in salvo, Ciampelli: «Promesse mantenute»

Le parole del tecnico dopo il successo sull'Agnonese, quarto consecutivo, e la salvezza acquisita. E domenica prossima 7 aprile a Matelica i leoncelli possono essere "arbitri" del campionato

Davide Ciampelli, nuovo tecnico della Jesina
Davide Ciampelli, tecnico della Jesina nel 2018

JESI – «In tempi lontani avevo fatto due promesse. Una a Gianfranco Amici, credo la persona che dallo scorso giugno più ha creduto in questo progetto e l’ha sostenuto, che in questa stagione si sarebbe divertito. L’altra, dopo la partita casalinga con il San Nicolò Notaresco, al presidente Gianfilippo Mosconi, che non saremmo stati noi la squadra costretta a giocare ancora dopo il 5 maggio per la salvezza». Promesse mantenute dalla Jesina di mister Davide Ciampelli, che con il successo sull’Agnonese, quarto consecutivo, ha raggiunto quota 45 punti in classifica e di fatto blindato in anticipo la salvezza. Ma c’è ancora un mese di campionato da onorare. «Mancano cinque partite – prosegue Ciampelli -, che dovranno darci la dimensione di questa squadra, che energia e benzina nelle gambe ne ha ancora. Adesso un paio di giorni di riposo per celebrare il traguardo, poi da mercoledì (3 aprile, ndr) ne parliamo».

Domenica prossima 7 aprile a Matelica la Jesina potrebbe essere “arbitro” del campionato, dato che i locali hanno appena riaperto la lotta promozione portandosi a meno due dal Cesena capolista. Ma intanto i leoncelli si godono un girone di ritorno strepitoso, con 26 punti raccolti. «Ora tutti, comprensibilmente, – dice Ciampelli – parlano di questo. Ma nei momenti bui, e ce ne sono stati tanti, i ragazzi non hanno fatto mai mancare nulla del loro impegno. Ne sono orgoglioso: non abbiamo mai permesso che le difficoltà mettessero in discussione il nostro lavoro. È anche il successo dei giocatori che hanno deciso di rimanere alla Jesina dopo lo scorso campionato».
Aggiunge il tecnico: «Abbiamo lavorato perché volevamo raggiungere il nostro obiettivo e vivere una giornata di festa come l’ultima, davanti al nostro pubblico. Tutti siamo venuti a Jesi all’inizio di stagione con questa idea, rilanciare in questa città l’entusiasmo per il calcio, che aveva bisogno di essere stuzzicato ma non era certo morto».

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