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Jesina, dopo gara al veleno

Duri il presidente Gianfilippo Mosconi e il tecnico Davide Ciampelli sulla direzione di gara dopo le tre espulsioni patite dai leoncelli col Campobasso. Per il mister ospite Mandragora: «Il gioco del calcio è fatto anche di furbizia e scaltrezza»

jesina - Campobasso: le squadre in campo al Carotti
jesina - Campobasso: le squadre in campo al Carotti

JESI – «Ho sempre pensato che l’arbitro può sbagliare. Ma c’è differenza fra poter sbagliare e voler sbagliare. Nessuno obbliga a far l’arbitro, se non si è capaci». È il duro commento del presidente della Jesina Gianfilippo Mosconi dopo l’1-1 fra Jesina e Campobasso, condito fra i leoncelli da ben tre espulsioni: quella dell’attaccante Bubalo (che all’esordio aveva segnato il gol dell’1-0 su rigore) e quella del secondo portiere Anconetani dalla panchina a metà ripresa, quella di Nonni nel finale dopo la rete del pari ospite.

Il tecnico della Jesina Davide Ciampelli invece dice: «Partita ben giocata da noi, fino a che le cose non sono andate come dovevano andare. Non riesco a parlare di calcio, perché quello che si è visto qui non è calcio. Mi dispiace per mio figlio in tribuna, la prima volta che veniva a vedermi: cerco sempre di fargli capire quanto è bello questo sport ma stavolta farò fatica, non è questo lo sport che fa suo papà. Spiace perché è stata una settimana in cui i ragazzi hanno fatto tutto quello che dovevano. E meritavano la vittoria, così come diceva il campo fino a che è stata una partita di calcio. Poi è diventata altro. Siamo caduti nella trappola, sarà compito mio farlo capire ai calciatori. Ognuno ha i suoi compiti, le espulsioni sono certo state ingenue e inaccettabili».

Sul fronte Campobasso mister Bruno Mandragora dice: «Il gioco del calcio è fatto anche di furbizia e scaltrezza. Se Bubalo viene provocato, non deve reagire. A fine partita il tecnico della Jesina si è rifiutato di darmi la mano e di sicuro la mano non me la darà più».

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