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Ascoli, Brosco: «In questi giorni a casa sto cogliendo nel profondo le cose più importanti»

Il difensore bianconero racconta le proprie giornate di ritiro forzato in casa, in attesa di tornare in campo. Ecco come sta trascorrendo l'isolamento domestico

Il difensore bianconero Riccardo Brosco

ASCOLI – Riccardo Brosco sta trascorrendo queste settimane di emergenza Coronavirus nel suo domicilio di Grottammare in compagnia della fidanzata Nicole. Il giocatore bianconero racconta così le sue giornate: «I preparatori ci hanno inviato un programma a seconda delle condizioni in cui riusciamo ad allenarci: chi può lavorare solo dentro casa ha più esercizi cardio a differenza di chi ha la possibilità di uscire in giardino. Personalmente faccio due giorni di corsa e uno di forza, in genere inizio alle 17:00 immaginando che, se riprenderemo a giocare, le partite si disputeranno prevalentemente di sera. A Grottammare ho una casa a due piani quindi utilizzo le scale, faccio delle sessioni con corda, elastici, le bottiglie di acqua sono i miei pesi, faccio un po’ di corsetta sotto casa».

Il bianconero durante una delle sue sedute di allenamento casalinghe

Se devo dire cosa mi manca di più, continua Brosco, «devo dire che mi manca e molto, la routine giornaliera, svegliarmi e andare al campo, staccare il cervello tre ore e poi tornare a casa e rilassarmi. La cosa più brutta è non avere contatti con nessuno, con la famiglia, gli amici. Non vedo i miei genitori da due mesi, facciamo le video chiamate, ma non è la stessa cosa. La salute ha la precedenza su tutto. Per quanto riguarda l’eventuale proseguo del torneo, se ci fossero in seguito le condizioni per far riprendere i campionati, penso che giocare ogni tre giorni favorisca le squadre con una rosa più ampia, con calciatori doppi in ogni ruolo; sarà un campionato totalmente diverso. In Cina la vita sta riprendendo pian piano in questi giorni e credo che l’Italia rispetto a loro sia indietro di un mese circa, vedremo. Quando fu rinviata Ascoli-Cremonese non mi aspettavo tutto questo, assolutamente. All’inizio dell’epidemia molti dicevano che si trattava di un’influenza, ricordo che quel giorno avevamo tutti voglia di giocare. Col senno di poi dico che non si sarebbe dovuto giocare quel giorno e neppure le partite successive. Forse il rinvio di due o tre gare in quella fase ci avrebbe oggi consentito di ricominciare prima. Magari sono solo mie supposizioni. Tornando alla stagione in corso, la partita che mi è rimasta sullo stomaco è stata sicuramente quella con il Pescara. Non l’ho ancora digerita, credo che abbiamo giocato una buona gara. Peccato perché nell’ultimo periodo abbiamo avuto tanta sfortuna in certi episodi, mi viene in mente il gol di testa di Provedel, la fotografia di un periodo molto sfortunato».

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