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Belloni da 100 carica il Cus Ancona: «Sognare si può»

Nella settimana dei festeggiamenti per i suoi cento goal con la maglia della società dorica, il numero dieci biancoverde getta un occhio al campionato dopo il successo con il Real Dem: «I playoff sono già un traguardo ambizioso ma guardo anche a qualcosa di più»

Marco Belloni, cento goal con la maglia del Cus Ancona
Marco Belloni, cento goal con la maglia del Cus Ancona

ANCONA- La vittoria per 6-2 del Cus Ancona sul Real Dem ha portato con sè tanti spunti di riflessione. Dalla rinascita dei dorici che ora possono nuovamente guardare alle posizioni alte, alla conferma che tra le mura amiche la compagine di Francesco Battistini riesce ad esaltarsi. Nel pomeriggio anconetano, però, i riflettori sono stati anche puntati su Marco Belloni protagonista con una doppietta che è valsa il traguardo dei cento goal in maglia biancoverde:

«È stata una gran bella emozione perchè questo obiettivo me lo ero prefissato sin da inizio stagione, sapendo della concreta possibilità di raggiungerlo – spiega il numero dieci nato a Filottrano – La cosa più bella è stato tagliare il traguardo con la maglia del Cus Ancona e vedere la mia famiglia e i miei amici festeggiare in tribuna. Tra l’altro qualche giornata fa avevo toccato anche le cento presenze e anche quello è stato un bellissimo pomeriggio».

Il 6-2 sul Real Dem rilancia, come detto, i dorici in piena zona playoff in un campionato decisamente equilibrato come la Serie B di quest’anno: «In ogni gara e ogni allenamento cerchiamo di fare il massimo, facendo un passo alla volta. Personalmente sono un tipo ambizioso e è chiaro che guardo a qualcosa in più nonostante i playoff siano già un bel traguardo. Si può sognare perchè il campionato è particolare. Nelle varie annate di Serie B raramente avevo visto un torneo così livellato. Si può vincere e perdere in ogni campo».

Una carriera costellata di tanti episodi legati alla maglia anconetana e con diverse pagine ancora tutte da scrivere: «Ho iniziato a giocare con l’Ottrano, la squadra del mio paese. Ero molto acerbo quando arrivai al Cus Ancona più di dieci anni fa e fui proiettato in una realtà molto diversa da cui ero abituato. Allenarmi a fianco di campioni, diverse volte alla settimana, mi ha forgiato e migliorato moltissimo. Poi, dopo un paio di esperienze lontano da Ancona, sono tornato nel 2015 perchè stavo vivendo un momento particolare e la scelta di tornare a casa era la migliore che potessi fare. Fu una stagione difficile, dove ci salvammo all’ultima giornata ma mi diede comunque tanto in termini i certezze. Poi, dopo un’altra avventura a Vicenza, c’è stato il terzo capitolo con questa maglia che dura tuttora. Sento mia questa squadra, mi sento come a casa. Cresciuto e maturato».

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