Senigallia

Disabile costretto a rinunciare all’aereo, Volotea si scusa. L’Unione consumatori replica

La compagnia aveva rifiutato di imbarcare sul volo da Palermo per Ancona dell’8 giugno scorso le batterie al litio della sedia a rotella di Micheal Baioni Bechtol che dice: «Non vogliamo l’elemosina, ma che non capiti più a nessun altro disabile!»

SENIGALLIA – È botta e risposta tra la compagnia aerea Volotea e la sezione marchigiana dell’Unione nazionale consumatori. La vicenda occorsa a un disabile all’aeroporto di Palermo, costretto prima a non imbarcare le batterie della propria carrozzina e infine a rimanere a dormire nello scalo siciliano, era stata resa nota dall’Unc che lamentava una serie di disservizi a danno del 38enne residente a Serra de’ Conti. In seguito era giunta la spiegazione da parte della compagnia aerea a cui ora fa seguito una secca replica.

La compagnia aerea aveva infatti rifiutato di imbarcare sul volo da Palermo per Ancona dell’8 giugno scorso le batterie al litio della sedia a rotella di Micheal Baioni Bechtol, 38enne originario di Chiaravalle ma residente con la compagna e il figlio di quest’ultima a Serra de’ Conti.

Il motivo era legato alla sicurezza: «le batterie al litio sono classificate a seconda del loro voltaggio e non devono superare i 300wh – si legge in una nota stampa di Volotea – quelle che eccedono questa soglia sono incluse nella lista degli oggetti pericolosi da Volotea e da altre compagnie aeree, così come da regolamento IATA e dell’Autorità dell’Avazione Civile. […] Speciali precauzioni vengono richieste in merito al trasporto di batterie e di batterie al litio. Il maggior rischio è che possano prendere fuoco, in seguito a impatti, difetti di fabbricazione o a un forte aumento della temperatura. Per questo motivo, le batterie al litio ad alto voltaggio non possono essere trasportate né nella cabina né nella stiva degli aeromobili. In quanto non chiaramente indicato sul dispositivo, il voltaggio delle batterie al litio trasportati dal passeggero non è stato immediatamente riconosciuto in uno dei due voli da lui prenotati».

Alla spiegazione hanno fatto seguito poi le scuse della compagnia aerea che segue, tra le altre, la tratta Ancona-Palermo-Ancona: Baioni, dopo aver lasciato le batterie alla stazione dei Carabinieri distante pochi metri dal bancone del check-in, è stato fatto rimanere a terra poiché l’imbarco era ormai chiuso. «Volotea si scusa per i disagi causati al passeggero lo contatterà personalmente per offrirgli il rimborso del biglietto aereo e una precisa spiegazione di quanto accaduto, poiché la soddisfazione dei passeggeri resta uno degli obiettivi principali della compagnia, insieme a un’esperienza a bordo confortevole e sicura».

Immediata e seccata la replica degli avvocati Corrado Canafoglia ed Elisa Pellegrini dell’Unione Nazionale Consumatori che seguono la vicenda: «Volotea si scusa con Michael Baioni Bechtol, ragazzo disabile paraplegico, cui è stato negato l’imbarco, offre di rimborsargli un biglietto, ma poi sostiene di aver agito correttamente, perché la batteria al litio che muove la carrozzina è pericolosa in volo per la sicurezza degli altri passeggeri. Così aggiunge al danno la beffa!».

Disagi per un disabile, la compagna e il figlio all'aeroporto di Palermo
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Tra le perplessità sollevate dall’Unc c’era innanzitutto l’accertamento del voltaggio delle batterie della sedia a rotelle, non indicato sul dispositivo; poi – continua l’Unc – «rimuovendola, la batteria è spenta ed inerte, senza rischi di cortocircuiti o riscaldamenti pericolosi per la sicurezza degli altri passeggeri». Infine l’inutile attesa che ha poi portato a concludere la pratica proprio quando l’imbarco era in chiusura, il che ha costretto i tre passeggeri a dormire in aeroporto, senza assistenza, e a trovare un altro volo per il giorno successivo, con tutti i disagi che ne conseguono.

«Se l’operato di Volotea è stato corretto perché si scusa e perché vuole rimborsargli il biglietto? Non vogliamo l’elemosina, ma che sia fatta chiarezza su un comportamento assurdo, che non deve ricapitare più a nessun altro disabile!» concludono.

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