Senigallia

Verde urbano, incontro in Comune: le associazioni ambientaliste critiche sulla gestione

«È in lenta, ma costante diminuzione a causa dell'invecchiamento, delle mancate sostituzioni e degli abbattimenti ingiustificati» sostiene il Gruppo Società e Ambiente (Gsa)

SENIGALLIA – «Il verde urbano è in lenta, ma costante diminuzione a causa del suo invecchiamento e delle mancate sostituzioni, ma anche degli abbattimenti ingiustificati». A sostenerlo è il Gruppo Società e Ambiente (Gsa) che interviene pubblicamente per ribadire la necessità di spazi verdi per migliorare la qualità della vita, contrastare l’inquinamento e mitigare la calura estiva.

Di recente, il 24 settembre scorso, c’è stato un incontro tra le associazioni ambientaliste e l’assessore Monachesi che ha la delega alla manutenzione e sicurezza del territorio, partecipazione, mobilità e territorio, sviluppo sostenibile. Oggetto della riunione convocata in Comune (guarda lo streaming qui) era proprio quello di spiegare le ragioni della gestione del verde e degli abbattimenti programmati degli alberi. Delle essenze arboree individuate dagli agronomi dell’Ente come malate e quindi potenzialmente pericolose per l’incolumità pubblica molte sono state abbattute: in diversi casi sono state in seguito sostituite, in altri “trasferite” e piantate in zone considerate più adatte, mentre in alcuni casi si è preferito lasciare spazio, per esempio, a parcheggi.

«Noi non abbiamo potuto fare altro che prendere atto delle decisioni. Ma mai siamo stati chiamati a confrontarci su programmi e progetti per pianificare le sostituzione o i rinnovi del verde stradale. E la motivazione ricorrente, ci viene ripetuto, è che mancano le risorse per realizzare i progetti. Speriamo che la promessa di coinvolgerci per il prossimo futuro venga mantenuta».

Da un lato viene dunque criticato il metodo, dall’altro il piano del verde, entrando nel merito quindi della questione. Sono due le osservazioni che il Gsa muove al Comune in tema di politiche ambientali. Innanzitutto il fatto di aver sostituito solo poche alberature, come alla stazione ferroviaria dove ora sono presenti solo una decina di piante per fare posto al parcheggio o in piazza Garibaldi dove non ce n’è più nemmeno una; la seconda è che gli alberi successivamente piantati non hanno lo stesso effetto ombreggiante, di mitigazione del calore o dell’inquinamento rispetto a quelli presenti inizialmente. «Che dire poi della mai giustificata eliminazione delle alberature del lungo fiume di fronte al Foro Annonario? È stato fatto sicuramente un grande sforzo per migliorare l’immagine della città […] come mostra l’esempio lampante di piazza Garibaldi, dove la valorizzazione delle architetture storiche poteva convivere con angoli di verde, che movimentassero la piazza e la rendessero più vivibile».

I vigili del fuoco al lavoro a Marzocca di Senigallia per liberare due auto sono un grosso pino
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Dal canto suo l’amministrazione comunale, tramite l’assessore Monachesi, il dirigente Gianni Roccato e altri responsabili dell’ufficio “Strade, Mobilità Territorio” come il geometra Maurizio Piccinini, ha ribadito la necessità di valutare – e la questione si sta portando avanti da tempo – lo stato di salute o di pericolosità della pianta. Non sono pochi i crolli, come accaduto di recente in viale Anita Garibaldi (zona Piano regolatore), a Marzocca o in via Sanzio (Cesanella), che per fortuna non hanno mai portato al ferimento di alcuna persona ma che hanno creato alcuni danni al patrimonio pubblico e privato.

Coadiuvato dai ricercatori dell’Università di Bologna, il Comune di Senigallia ha progressivamente sostituito alcuni alberi certificati dagli agronomi come malati o a rischio, puntando a un modello che è quello di corso Matteotti, oggi radicalmente cambiata assieme a una riqualificazione della via, del marciapiede e del manto stradale ma anche assieme a una valutazione del verde. «Stiamo da tempo lavorando sulla certificazione delle piante, una verifica preliminare alla redazione e presentazione dei progetti – ha dichiarato Monachesi – Oggi possiamo dire di essere più consapevoli rispetto a 60 anni fa quando sono state fatte delle scelte e piantati degli alberi non adatti a certe zone. Vogliamo, usando uno slogan forse semplicistico, mettere la pianta giusta al posto giusto, considerando che al primo posto c’è l’incolumità pubblica, e lo facciamo con il supporto scientifico dell’università bolognese».

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