Senigallia

Venti Futuristi a Senigallia: al via la nuova stagione espositiva

La mostra che con oltre 50 opere vuole accendere i riflettori sugli sviluppi che il Futurismo ha avuto nelle Marche, resterà aperta fino al 12 luglio a Palazzo del Duca. Possibilità di organizzare visite guidate

Presentazione della mostra

SENIGALLIA – Dal 14 aprile al 2 luglio Palazzo del Duca presenta la mostra “Venti Futuristi” che apre la nuova stagione espositiva del Comune di Senigallia. Attraverso oltre cinquanta opere tra cui dipinti, disegni, studi per abiti, incisioni, prove grafiche ed elementi legati all’arredo della casa, la mostra vuole accendere i riflettori sugli sviluppi che il Futurismo ha avuto nelle Marche a partire dal 1922. L’evento, curato da Stefano Papetti, direttore dei Musei Civici di Ascoli Piceno e docente di Museologia presso l’Università degli Studi di Camerino, è posto sotto l’alto patronato del Mibact e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi che continua il suo percorso di valorizzazione dell’arte nelle Marche. L’esposizione inoltre è realizzata con la partecipazione del Comune di Senigallia, che aggiunge un importante tassello al programma espositivo intrapreso già da alcuni anni proponendo mostre di rilevanza scientifica nazionale e internazionale.

La mostra
I capolavori dei firmatari del primo manifesto del Futurismo, come Linee forza di mare di Balla o l’autoritatto di Boccioni, sono esposti in un dialogo costante e serrato accanto alle varie manifestazioni della creatività futurista. A cominciare dai disegni per tessuti ed arredi di Giacomo Balla, provenienti dalla casa museo di Roma, come anche il suo taccuino con disegni di cravatte variopinte e sgargianti, arrivando a prove tipografiche ed altre espressioni legate alle arti applicate, modelli di abiti e capi reali, complementi di arredo tessile per la casa, ma anche disegni e caricature, genere di cui Ivo Pannaggi è considerato l’inventore.
Una sezione della mostra è dedicata all’aero pittura, declinazione pittorica del futurismo, in cui il mito della macchina e della modernità raggiunge il suo apice, ponendo come oggetto centrale delle composizioni la velocità dell’aeroplano, come accade nelle visioni aree degli artisti marchigiani Crali, Dottori e Monachesi. Un posto speciale, poi, è riservato alla creatività femminile che, soprattutto nelle Marche e in Umbria, riesce a superare la misoginia insita nelle teorie futuriste e a ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nel movimento, soprattutto nelle arti applicate, come testimonia, tra gli altri esempi, lo splendido arazzo disegnato da Leandra Angelucci Cominazzini.
La soddisfazione del sindaco

«Entriamo nel migliore dei modi nella lunga stagione estiva di Senigallia – afferma il sindaco Maurizio Mangialardi – Con un evento espositivo di grandissima qualità, per il quale ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, partner importante della nostra città, con cui abbiamo condiviso e continuiamo a condividere tanti progetti. Ringrazio ovviamente anche il professor Stefano Papetti, che ci mette a disposizione ancora una volta una proposta pensata per Senigallia e in cui i nostri cittadini possono riconoscersi. Molti manufatti presenti in città, infatti, si richiamano allo stile futurista e per tutta la durata dell’esposizione ai visitatori verrà proposto un percorso cittadino tra gli edifici realizzati nel corso degli anni trenta, come il complesso scolastico intitolato a Giovanni Pascoli e la celeberrima Rotonda sul mare. Siamo infine certi che la mostra, parlando di arte e cultura, rappresenterà anche un traino per l’intera regione».

Gli organizzatori

«La mostra – dice Graziano Mariani, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi – rientra nel programma che la Fondazione porta avanti per lo sviluppo del territorio, anche attraverso la crescita e la valorizzazione della cultura. Grazie ai prestiti concessi dalle Fondazioni delle Casse di Risparmio di Jesi, Macerata, Perugia e Bologna, dai Musei Civici di Ascoli Piceno, Macerata e Civitanova Marche, dalla Galleria Franca Mancini di Pesaro, dalla Fondazione Rosellini, dagli eredi di alcuni tra gli artisti presenti in mostra, nonché da vari collezionisti privati, la mostra getta luce sulla ‘seconda stagione’ del futurismo che, proprio dalla provincia – e le Marche ne sono un esempio – ha saputo trarre nuova linfa vitale ed evolversi. Evidenzia inoltre la complessità del movimento futurista e la sua volontà di rinnovare ogni aspetto della vita quotidiana».

«Già dal titolo Venti Futuristi – spiega il curatore Stefano Papetti – si vuole subito sottolineare la carica innovativa che il movimento futurista porta nella regione marchigiana e non solo, un vento di cambiamento che non coinvolge solamente le arti figurative, ma tutti gli aspetti del vivere quotidiano, provocando un rinnovamento radicale negli stili di vita. Venti sono anche gli artisti esposti in mostra, dai firmatari del primo manifesto dell’arte futurista (1909) come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero e Gino Severini, ai loro giovani seguaci quali Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Umberto Peschi, Wladimiro Tulli, Gerardo Dottori e Tullio Crali».

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