Senigallia

Nuovo Ponte II Giugno, sicuro e contemporaneo per mitigare il rischio idrogeologico e attrarre i turisti

Dopo molti pareri contrari, ecco quello favorevole che arriva dall'architetto Silvio Argentati progettista del teatro La Fenice di Senigallia. Il professionista apprezza alcuni elementi dell'ipotesi del Consorzio di Bonifica e va oltre, puntando all'innovazione

SENIGALLIA – Dopo numerosi pareri contrari, finalmente ne è arrivato uno (parzialmente) a favore del nuovo ponte II Giugno. È quello dell’architetto Silvio Argentati, progettista del teatro La Fenice, il quale pur definendo un po’ anonima la soluzione proposta dal Consorzio di Bonifica, ne evidenzia alcuni elementi positivi.

Per Argentati innanzitutto l’occasione è ottima per pensare non solo a un ponte carrabile sul fiume Misa, non solo a un’opera idraulica per migliorare il deflusso delle acque ma a un punto d’incontro per poter osservare il paesaggio circostante, a «una piazza distesa sul Misa», una struttura che possa connotare qualitativamente la città stessa e, perché no, attrarre turisti, andando quindi oltre lo scopo della mitigazione del rischio idrogeologico.

Una soluzione che dovrebbe essere caratterizzata da un forte impatto visivo per cui risulterebbe idonea una struttura ad arco in acciaio, magari nella parte centrale lasciando quindi libere le due fasce laterali. Un po’ come nel caso del ponte Bac de Roda a Barcellona o del ponte J. Joyce a Dublino o ancora del Ponte della Musica a Roma. Proprio l’arco è un elemento che ricorre spesso nella zona circostante: dai Portici Ercolani al Foro annonario che sembra disegnarne uno, fino a Porta Lambertina; anche il colore bianco del nuovo ponte non stonerebbe col contesto data la prevalenza in pietra bianca d’Istria. Infine sul materiale scelto, l’acciaio, Argentati spiega da un lato che è il migliore materiale per realizzare questo tipo di ponti, dall’altro che tra l’800 e il ‘900 ve ne fu uno in metallo, creando quindi un “precedente” storico.

Per il progettista del noto teatro cittadino, però, è più importante capire che l’occasione si presta per apportare quell’innovazione che manca in città dal ‘700, da quando l’ampliazione cambiò Senigallia trasformandola da città fortezza a città mercato. Allo stesso modo, oggi, con una struttura contemporanea, si dovrebbe ragionare in chiave futura, magari attraverso un concorso di progettazione o un gruppo di lavoro interdisciplinare che possa discutere con i cittadini la proposta da sottoporre al Consorzio.

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